William Mussini, il poeta del cinema

CAMPOBASSO. Con ?La voce di Camilla? William Mussini ? riuscito nell’impresa: realizzare un corto dall’assunto originale e dalla trama ricca di tensione emotiva che gli ha permesso di vincere l?Eurofilm Festival a Marbella in Spagna. L?opera ? stata selezionata tra 2000 cortometraggi presentati da pi? parti del mondo (circa 100 nazioni) ed ha vinto il prestigioso premio come miglior regia e miglior corto. Ne abbiamo parlato con il diretto interessato che, tra un ciak e un altro, ci ha raccontato come ? andata.
William, innanzitutto complimenti visto che sono davvero pochi i molisani che riescono ad ottenere riconoscimenti internazionali. Cosa ti ha spinto a girare ?La voce di Camilla??
?La voce di Camilla ? il terzo corto di una trilogia dedicata alle donne e parla di una violenza domestica. La storia parte da un punto non precisato e non spiego perch? questa donna, insieme a sua figlia, viene perseguitata. Non dico infatti se ? un marito oppure un amante tradito e ognuno ? libero di dare la sua interpretazione. Il tema principale, pi? che la violenza e la sopraffazione, ? la speranza che si realizza nel riscatto impersonato dalla bambina. Una speranza per le persone sole che nonostante tutto vogliono ?volare?. E? uno dei pochi corti nei quali sono riuscito a trasmettere quello che volevo sia nella sceneggiatura che nel prodotto finale e non ? una cosa da poco. E? prodotto dalla ?Med video?, la mia societ?, in collaborazione con la Incas Film ed ? il terzo di una quadrilogia: ?Rossetto rosso sangue?, ?Il maltolto?, ?La voce di Camilla? e ?L?assenza?, in fase di realizzazione e girato in parte qui in Molise e in parte in Sud Tirolo?.
C?? qualcosa di poetico in tutto questo. Elevare l?amore di una madre per la propria figlia ad un punto tale da travalicare tutte le difficolt?..
?Si, il personaggio della bambina in particolare, Camilla, ? carico di forza ma anche di poesia e il suo sport, la ginnastica ritmica, mi ? servito per dare forma alla sua forza. Forza e potenza che vanno a completarsi nel rapporto tra madre e figlia. Poi, parlo anche di violenza, ma non ? una violenza etichettabile solo al maschio?.
Puoi parlarci dei protagonisti?
?Simona Vaccarella interpreta la mamma di Camilla. Anche lei ? un?atleta e insegna proprio ginnastica ritmica. Ha fatto la modella in passato ed ha gi? lavorato con me in un altro corto dal titolo ?A world in silence?, arrivato in finale in un importante festival che si tiene negli Stati Uniti in Texas. Devo dire che mi piace attingere dal mondo degli attori non professionisti perch? spesso gli addetti ai lavori sono schematizzati dall?insegnamento che hanno ricevuto nelle varie scuole di teatro e cinema. Trovo, invece, pi? interessanti le persone che appunto mi ispirano anche se non fanno gli attori di mestiere. Non ho problemi a lavorare con una persona che non sa recitare se riesce tranquillamente a proiettare le mie idee. Da Camilla De Luca, che interpreta appunto la piccola Camilla, sono rimasto affascinato. E? al suo esordio come attrice ed ? una bambina che fa grandi sacrifici dovuti all?impegno nella sua specialit? sportiva, ? stata vice campionessa italiana due anni fa ed ? una delle promesse della ginnastica artistica italiana. E? originaria di Termoli ma vive a Fano perch? ? l? che si allena. Ha del genio in se e spero di averlo colto. L?altro personaggio ? intepretato da Giulio Maroncelli che ? un attore professionista molto capace e che ha tutte le caratteristiche che mi interessavano ai fini della storia?.
Sei anche un bravo talent scout?
?Penso di si e lo dico senza falsa modestia perch? credo di saper riconoscere nelle persone delle qualit?. Ad esempio Salvatore De Santis e Palma Spina hanno iniziato con me?.
In ?La voce di Camilla? hai realizzato tutto da solo?
?Ho scritto la storia e mi sono occupato direttamente della regia, della fotografia, delle luci e di tutto il resto. Sono un autore indipendente da circa vent?anni e questo di solito ? il mio modo di lavorare. Prendo ispirazione dalla vita delle persone che pi? mi stimolano e poi dal materiale umano che mi ritrovo costruisco sia il soggetto che la sceneggiatura. Le mie storie provengono dalla mia parte pi? intima e se non me ne occupo io stesso ? come se perdessi qualcosa. Questo ? il trentesimo corto che realizzo in questo modo?.
Per esprimere la propria creativit? ? un vantaggio oggi essere un regista indipendente?
?Credo di si perch? come autore nel mio piccolo ho l?opportunit? di poter raccontare le cose che voglio senza essere schiavo del mainstream e del business?.
Cosa ne pensi di Checco Zalone che ultimamente sta sbancando al botteghino con Quo vado?
?Zalone ? un personaggio molto intelligente e di cultura, qualit? che abbinate alla sua verve comica lo rendono anche meno ipocrita di tanti altri artisti che girano in Italia. Mi ? sempre stato molto simpatico, quello che invece non condivido ? l?accentramento che si fa su prodotti come i suoi film pensando che alla fine siano cinema di qualit? solo perch? producono grandi incassi. Insomma, se Zalone ? bravo lo ? e basta, non solo perch? guadagna milioni di euro. C? ? infatti nel nostro Paese un sottobosco di registi sconosciuti che hanno chiusi nel cassetto dei piccoli capolavori e se solo avessero pi? sostegno dalle istituzioni e dalla societ? civile potrebbero dare vita ad un percorso culturale ricchissimo di contenuti. Abbiamo avuto un cinema in Italia di altissimo livello ed ora sono rimasti in pochissimi. Ci siamo fossilizzati troppo anche noi sulla spettacolarizzazione hollywoodiana. Ad esempio qui non si fa pi? un film horror quando abbiamo avuto registi come Mario Bava, Lucio Fulci, Dario Argento che hanno fatto la storia dell?horror mondiale?.
Sei autore anche di un altro corto, ?Fuckin world?, in finale al Festival di Toronto.
?Fuckin world ? un corto sperimentale che si pone al di fuori di ogni schema narrativo classico. ? una sequenza veloce di immagini affiancate da una voce off. Una denuncia sociale che si realizza attraverso un crescendo di emozioni penso molto riuscito perch? racconta in un minuto e tredici secondi la vita di un uomo nella sua inquietudine in una societ? basata sul materialismo e sul profitto?.
Sei anche tra i produttori del film ?Il viaggio? del regista romano Alfredo Arciero girato interamente tra Molise e Abruzzo.
?Il viaggio ? stato un film girato velocemente, in tempi strettissimi, e considerato l?impianto narrativo complesso che vede la sovrapposizione di pi? storie, posso dire che ? davvero un film di pregio. Ha visto un grande sforzo da parte di tutti quelli che vi hanno partecipato e spero sinceramente che avr? un successo di sala?. Michele Salvatore

IL CORTOMETRAGGIO “LA VOCE DI CAMILLA”

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