REDAZIONE
ISERNIA
Si sono tenuti questa mattina gli interrogatori di garanzia nei confronti degli indagati nell’ambito dell’operazione “White Rabbit”, blitz che ha portato la Squadra Mobile di Isernia a stroncare un traffico di cocaina tra il capoluogo pentro e la provincia di Foggia, dando esecuzione a undici misure cautelari. Sette dei soggetti accusati di spacciare droga in provincia sono finiti in carcere. Proprio presso la casa circondariale “Ponte San Leonardo” di Isernia, dinanzi al gip, Micaela Sapio, gli arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Lo stesso è accaduto presso il carcere femminile di Chieti. Gli altri quattro, invece, ai domiciliari o con obbligo di dimora, sono stati ascoltati in Tribunale. Anche loro sono rimasti in silenzio.
Intanto Cristiano Rocco, legale di quattro indagati, ha chiesto al gip l’immediata scarcerazione dei suoi assistiti. Secondo l’avvocato, infatti, i fatti contestati risalgono alla primavera del 2018, dunque a circa un anno fa, motivo per cui «non ci sarebbe né pericolo di fuga, né flagranza di reato, né tantomeno reiterazione». Qualora il gip non dovesse accogliere la richiesta, Rocco si è detto pronto a fare ricorso presso il Tribunale del Riesame per l’annullamento della misura cautelare.
Ora si attendono le decisioni del giudice per le indagini preliminari che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Intanto emergono nuovi particolari circa l’operazione condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Isernia. L’attenzione è rivolta soprattutto al ruolo di Vincenzo Ricci, detto “Il Coniglio”, noto pregiudicato pugliese che, una volta uscito dal carcere, dove ha scontato una lunga pena in quanto reggente di un clan della zona, avrebbe deciso di rientrare nel giro puntando proprio sullo spaccio di droga nella “vergine” provincia di Isernia.
Gli indagati, secondo l’accusa, avrebbero creato un nuovo canale di approvvigionamento proprio verso la provincia di Foggia, in particolare a Lucera, avvalendosi proprio della collaborazione de “Il coniglio” e di rom foggiani, imparentati con quelli isernini.