Vaccini, cosa insegna il caso di Angela Stella
di D’Amelio Maria Grazia
“Non può avvicinarsi a chi non è stato vaccinato. Se si ammala rischia la vita” – queste le parole della madre di Angela Stella, bimba di sei anni, padovana, immunodepressa. Ammalatasi di anemia plastica ha potuto salvarsi solo grazie a un donatore statunitense in seguito al trapianto di midollo. Ora sta meglio, ma la chemioterapia portata avanti in quel periodo le impedisce tuttora di produrre anticorpi necessari ad affrontare malattie infettive . Inoltre è impossibile vaccinarla.
Ha trascorso il primo anno delle scuole elementari in una classe composta interamente da bambini vaccinati, al fine di preservare la sua incolumità. Se così non fosse stato, non solo non le sarebbe stato possibile andare a scuola, ma nemmeno in luoghi frequentati da bambini non vaccinati, come spiagge, parchi, cinema.
Il caso di Angela Stella purtroppo non è unico: ci sono circa 1500 bambini che diventano immunodepressi ogni anno per i motivi più disparati.
“La medicina non è democratica” afferma Roberto Burioni, medico italiano, e ciò fa riflettere. Difatti vaccinare i propri figli è un’azione, senonché dovere morale, volta a conseguire la cosiddetta immunità di gregge, grazie alla quale possono essere tutelate persone che non rispondono ai vaccini o che sono impossibilitate a farlo.