Vaccinarsi a Venafro è un’autentica impresa

Una nostra affezionata lettrice ci scrive:

”Scrivo al vostro giornale per raccontare la vicissitudine vissuta per fare il richiamo del vaccino anticovid per mia suocera, ultrasettantenne, che ha ricevuto la prima dose di Astrazeneca la prima settimana di Maggio. Le è stato rilasciato un promemoria che riportava la data del 19 Luglio per la seconda dose. Il 19 luglio accompagnata dal figlio si presenta all’hub di Venafro all’ora stabilita, ma gli viene detto che non è possibile somministrarle il vaccino perché manca una persona per poter aprire la fiala e quindi non buttare una dose (erano 8, mancava la nona). L’hanno rimandata dicendo la chiameremo. Nessuno si è fatto sentire allora decido di chiamare. Il numero dell’hub di Venafro era introvabile alla fine chiamo il numero regionale 0874 186 6000 e dopo numerose chiamate e attese mi dicono che non hanno il numero dell’hub di Venafro, ma che posso fare un reclamo. Racconto l’accaduto e parte la segnalazione. Verso le 12,45 chiamano dall’hub dicendo a mia suocera se poteva presentarsi alle 14. Mia suocera, che non guida, ha detto chiedo a mia nuora se mi può accompagnare, richiamo tra 5 minuti. Dopo 5 minuti ho richiamato io, dicendo che la potevo accompagnare ma se era possibile un po’ più tardi per poter aspettare altri familiari a cui lasciare il mio bimbo di 2 mesi. Mi è stato detto va bene, venite alle 14,30. Di corsa ci prepariamo, porto con me mio figlio di 2 anni, dopo più di mezz’ora ad aspettare, mia suocera mi richiama dicendo che il vaccino non lo potevano fare perché avevano finito le dosi. Vado io a parlare con il signore all’ingresso e mi dice che hanno terminato le dosi e che dobbiamo tornare. Oggi richiamo il numero verde e niente, il centro vaccinale e niente finché ad un tratto rispondono e chiedo quando può andare a fare il richiamo e perché lei sia stata chiamata per due volte e non ha ricevuto la dose al pari di chi si presenta senza appuntamento sperando di trovare una dose. Mi è stato risposto che ora le cose sono cambiate che è la Regione a gestire, che mia suocera non è nell’elenco mandato da loro, ma in quello degli avventori senza appuntamento. Mentre io stavo chiedendo ma come è possibile? Sento che, mentre parlano tra colleghi, la persona a telefono con me dice: ”uuu ma c’è la fiala aperta!” Può venire signora anche subito, noi fino alle 17 siamo qui. Per fortuna ho potuto lasciare il piccolo a casa e con mia suocera e l’altro bimbo siamo corsi a Venafro. Lì stessa storia, all’inizio non volevano farglielo, hanno iniziato a dire ma chi ti ha detto di venire? Mia suocera arrabbiata ha detto che era la terza volta che veniva e che anche oggi si era presentata perché le hanno dato appuntamento a telefono. Si sono consultati e alla fine le hanno somministrato la dose “perché tanto ci stanno!”
Allora io mi domando: con questa organizzazione, si riesce veramente a non sprecare dosi? E con questo modus operandi disastrato riusciremo ad avere, almeno i soggetti più anziani, adeguatamente immunizzati prima che torni un’altra ondata?
E soprattutto perché oggi c’era quella fiala aperta senza persone a cui somministrarla? Tanto è che hanno detto a mia suocera di andare È evidente che qualcosa va cambiato nell’organizzazione”.