Urina e vomito, giovani nudi e ubriachi: il degrado della movida in piazzetta. I residenti: “E’ un incubo”
Sembra regnare sovrana l’anarchia in via Ruffini e via Toti. Da anni ormai i residenti della centralissima zona di Termoli assistono al ‘delirio di onnipotenza’ di quei giovani che urinano, vomitano, schiamazzano e che aggrediscono verbalmente i proprietari delle case che affacciano sulla piazza quando questi li richiamano alla decenza. Da anni il grido dei residenti sembra cadere nel vuoto. Ma a tutto c’è un limite. E’ esasperante doversi svegliare il sabato mattina o la domenica e doversi armare di acqua e candeggina per ripulire lo schifo umano. Sono loro a imbrattare i muri con i propri bisogni. Nessuna pudicità. Ci si spoglia in mezzo alla strada per fare i propri bisogni. Ragazzi e ragazze. Indistintamente. “Non posso neanche più fare pipì comodamente”, hanno risposto al richiamo di qualche residente. E questa volta la rabbia dei cittadini è davvero troppa. Un calvario che va avanti da anni ma che purtroppo non vede mai una soluzione definitiva. “Dal 2013 ad oggi abbiamo solo ricevuto promesse dal Comune. Le telecamere le dobbiamo pagare di tasca nostra?”, affermano con grande amarezza i residenti che ci hanno contattato. “Ieri c’è stato il delirio -ci hanno spiegato- si spogliavano per venire ad urinare e vomitare davanti le nostre porte. Ne abbiamo contati più di una 30ina. Un continuo andirivieni iniziato alle 17.30 circa e finito alle 21.30. Abbiamo chiamato i Carabinieri che ci hanno detto che c’erano 3 pattuglie in piazzetta, ma non abbiamo visto nessuno, poi abbiamo chiamato la Polizia Municipale e ci siamo sentiti rispondere che non era una questione di competenza del Comune. E allora chi deve intervenire in tutta questa bolgia?”. Uno sfogo bello e buono quello dei residenti che hanno aggiunto di aver contattato anche Luca Abete di Striscia la Notizia. Si sentono abbandonati dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine. Intanto sperano che questo ennesimo sfogo possa servire da cassa di risonanza per far arrivare il problema a chi, invece, dovrebbe tutelarli.