Un ombrellone lungo la Bifernina, i pendolari: «Unico riparo dal sole e dalle intemperie»

«Prima i mezzi potevano salire sul ponte dello Sceriffo, adesso con la chiusura siamo costretti anche ad attraversamenti pedonali pericolosi»

REDAZIONE TERMOLI

Il cartello fissato all’ombrellone recita testualmente: Quanto tempo deve sopravvivere l’ombrellone?. Una provocazione ma, allo stesso tempo, la voglia di far vedere a tutti le condizioni con le quali si trovano a confrontarsi i tanti pendolari che tutti i giorni prendono gli autobus diretti a Termoli o a Campobasso sulla Bifernina all’altezza del bivio di Larino. Prima del terremoto dello scorso 14 e 16 agosto i mezzi potevano salire sul ponte dello Sceriffo, dove c’era una fermata di collegamento con Larino, Palata, Montenero, Montecilfone e altri paesi. In sostanza, quindi, i pendolari arrivavano, «riuscivano anche a lasciare la propria macchina» e attendere l’autobus riparati da una pensilina. Con l’interdizione del ponte a mezzi superiori ai sette quintali e mezzo tutto questo non è più possibile. «Siamo costretti a prendere l’autobus sulla Bifernina, percorrendo un tratto a piedi, costretti ad effettuare attraversamenti pedonali pericolosi e ad attendere anche sotto le intemperie un autobus senza un orario preciso di arrivo». Unico riparo dalle intemperie dell’autunno che è alle porte e al caldo di questi giorni l’ombrellone che fa bella mostra di sé lungo la strada. «C’è anche da considerare – lamentano i pendolari – che si tratta di un autobus molto affollato, con la conseguenza che spesso e pieno e che quindi bisogna attendere l’autobus successivo». Interventi sul ponte dello Sceriffo che dovevano partire già prima del terremoto  «visto che avevano ristretto la carreggiata» e che quindi, il sisma, per certi versi, viene visto  «più come un miracolo che come una sciagura». Resta, però, l’attesa di comprendere quale sarà il proprio futuro e quanto tempo quell’ombrellone resterà l’unico riparo alla pioggia e alle intemperie.