Un “luogo” per permettere ai malati di tornare alla vita

Presentato lo Sportello Oncologico. Fabrizio: «L’obiettivo è quello di essere aperti alle esigenze dei pazienti che hanno la terapia in corso o hanno superato la malattia»

REDAZIONE TERMOLI

Si chiama “Una nuova vita dopo la malattia: recupero del benessere psico-sociale dei malati oncologici” ed è il progetto presentato dalla Lilt di Campobasso in partnership con l’Asrem e la Lilt di Ascoli Piceno che porterà all’interno del San Timoteo di Termoli e di quello di San Benedetto del Tronto uno Sportello Oncologico. L’ufficializzazione è avvenuta ieri mattina alla presenza del Commissario ad acta alla sanità, Angelo Giustini, del presidente della Lilt di Campobasso, Giovanni Fabrizio, del sindaco di Termoli, Angelo Sbrocca e del mondo del volontariato oltre che di quello ospedaliero. Si tratta di un progetto importante che è rientrato tra i 13 valutati positivamente dalla Commissione tecnico scientifica della Lilt che ha anche destinato un corposo finanziamento per la sua realizzazione. Lo sportello oncologico, avviato nella seconda metà del 2018 per una durata complessiva di 18 mesi, nasce con l’obiettivo di realizzare un intervento multidisciplinare che si baserà sull’integrazione delle cure oncologiche con percorsi di riabilitazione nutrizionale, psicologica e sociale, finalizzato a facilitare il recupero funzionale della persona malata e il suo reinserimento nell’ambiente sociale e familiare. «Lo sportello è aperto alle esigenze e alle necessità dei pazienti che hanno la terapia in corso o hanno superato la malattia – ha affermato Giovanni Fabrizio – e fa parte di un progetto “Nuova vita dopo il tumore” che la Lilt ci ha finanziato per portare nell’ambito oncologico e del reparto di Termoli delle figure professionali finora non previste dalla struttura sanitaria come psicologo, nutrizionista, estetista, fisioterapista dedicato alla ripresa del movimento. Si tratta di figure che sono presenti in altre regione ma nella nostra non è concretizzata questa assemblea di figure. L’obiettivo è quello di venire incontro alle richieste dei pazienti e mandare un messaggio alle istituzioni perché queste figure diventino stabili e fruibili in tutte le oncologie del Molise». Si tratta di una iniziativa importante che di fatto aprirà il passo a un secondo progetto «che ci è stato già approvato – ha continuato Fabrizio – che prevede anche l’integrazione tra le attività che facciamo in oncologia con l’assistenza domiciliare oncologica sul territorio. Avremo a disposizione un ulteriore anno per far sì che le istituzioni recepiscano il messaggio e prendano le adeguate misure per stabilizzare le attività che sono determinanti per la ripresa della normale vita di queste persone». Al momento sono circa 40 i pazienti seguiti dal progetto di ricerca con un’età media di 65 anni. Tra i bisogni connessi alla malattia c’è la richiesta di maggiore informazione, comunicazione e relazione con l’equipe di cura, la necessità di assistenza sanitaria per i sintomi della malattia, la presenza di uno psicologo e le necessità economiche. «Il progetto è partito da due mesi – ha affermato l’oncologo Francesco Carozza – e rappresenta una prassi costante nel mondo dell’oncologia che vuole unire le forze oncologiche con il mondo del volontariato e quello che opera nel terzo settore». Un discorso che, per certi versi, si interseca con quello del registro tumori «che rappresenta sempre un argomento spinoso perché suscita una attenzione particolare – ha proseguito Carozza – stiamo completando l’acquisizione dei dati. Tra qualche mese avremo la possibilità di chiudere questa storia a patto che si verifichino alcune condizioni trovando una soluzione in ambito Asrem e Regione». Dopo di che si aprirà la fase della continuità del registro tumori «che significherà che Regione e Asrem dovranno dare un supporto adeguato in termini di risorse di personale perché è ovvio che non può avvenire e concretizzarsi se non c’è chi queste cose le fa».