Uil Scuola, lo studio: “Stabilizzare tutti i precari si può, basta la volontà con i conti alla mano”
Il segretario regionale Nicolino Fratangelo: “In Molise 785 hanno visto terminare il proprio contratto la scorsa estate. La loro stabilizzazione costerebbe poco più di 768mila euro”
“Stabilizzare tutto il personale della scuola è possibile. Il risultato dello studio è che per assumere a tempo indeterminato i 252.157 precari costerebbe annualmente allo Stato – a livello nazionale – in media 715,2 euro in più per ognuno di loro. In Molise, in provincia di Campobasso i docenti da stabilizzare sono 569 di cui 32 per l’infanzia, 90 per la Primaria, 135 per la Secondaria di I grado, 312 per la secondaria di II grado per una spesa di circa 544mila euro; per i 159 Ata è di 32mila euro. In provincia di Isernia i docenti da stabilizzare sono 216 di cui 35 per l’infanzia, 34 per la Primaria, 80 per la Secondaria di I grado, 67 per la Secondaria di Il grado per una spesa di circa 224mila euro e di 8400 euro per i 64 Ata”. Il segretario regionale della Uil scuola Molise, Nicolino Fratangelo, tabelle alla mano, ha illustrato i risultati del lavoro certosino del sindacato sulle cifre “che invierò anche alla rappresentanza parlamentare molisana”.
Più in generale, “sono 30 i miliardi di euro del Pnrr per la missione 4.0 destinata a istruzione e Ricerca; 33 i miliardi di euro dell’ultima manovra Finanziaria: i numeri della finanza pubblica mostrano impegni di spesa indirizzati a dare sicurezza al sistema scuola e a sostenere il sistema Paese. Capitoli strutturali – ha sottolineato Fratangelo – che non sono destinati alle persone che nella scuola lavorano ogni giorno”. Dunque, “cifre alla mano – in base allo studio effettuato dalla Uil Scuola – l’immissione in ruolo dei 252.157 precari comporta una differenza di spesa di 180 milioni 345.425,04 euro all’anno. Cifra ‘all inclusive’ che porterà un beneficio non solo in termini di continuità didattica ma vantaggi ben più ampi”.
La ricerca della UIL scuola parte “dall’analisi dei livelli stipendiali tra personale precario e personale a tempo determinato: un confronto tabellare basato su dati Ministero Istruzione, Ministero Finanze, Inps e Contratto Scuola 2018. Una differenza tra stipendi – ha osservato il segretario regionale – non genericamente determinata, ma basata sull’esame di tutte le componenti di spesa per determinare il costo complessivo dell’immissione in ruolo di tutti i precari della scuola. La trasformazione dei posti dall’organico di fatto in posti in organico di diritto, e degli attuali contratti precari del personale della scuola in immissioni in ruolo, avrebbe – dall’analisi dei dati – un’incidenza ‘minima’ per la spesa dello Stato e riflessi esponenziali sulla qualità della vita scolastica, intesa come comunità educante”.
Dunque, è “chiaro a tutti che contratti stabili offrono possibilità concrete alle persone: dalla possibilità di acquistare una casa al progettare stabilmente – ha rimarcato Fratangelo – consentono di pensare al futuro. La stabilità economica porta indubbi benefici anche come stabilità contributiva, che si ripercuote anche sulla gestione previdenziale attuale e futura. La Uil scuola ricorda la portata della proposta dell’allora sottosegretario Valditara del 2005 sulla quale c’era ampio consenso tra il personale precario: procedere all’immissione in ruolo rinunciando temporaneamente alla ricostruzione di carriera maturata con gli anni di servizio delle supplenze. Una ricostruzione differita nel tempo che consentirebbe le procedure di stabilizzazione. Una proposta che la Uil scuola potrebbe tornare a valutare in sede negoziale però, nell’immediato chiediamo al Ministro di trovare e utilizzare i 180 milioni di euro per dare serenità a un quinto del personale che lavora a scuola – ha concluso Fratangelo -. Il precariato, tema oramai storico della scuola, è risolvibile, lo abbiamo dimostrato più volte nel passato con proposte concrete ed oggi, con i conti alla mano, basta la volontà”.