Ucciso nella terra dove si muore pi? che a Bagdad

Che le citt? venezuelane fossero annoverate fra le citt? pi? pericolose e violente al mondo (alla stregua di quelle in cui si combatte la guerra in medioriente) lo si sapeva da tempo. Caracas in particolare annovera il primato di omicidi, laddove, dicono le statistiche, si uccide pi? che a Bagdad. I venezuelani, sia ricchi che poveri, invocano un cambiamento, e molti hanno cominciato a paragonare il tasso di omicidi senza fine dell?ultimo decennio a quello iracheno: tra il 2003 e il 2011 in Iraq sono state uccise circa 162.000 persone; nello stesso arco di tempo, in Venezuela se ne contano oltre 124.000. Nel 2011, il tasso di omicidi a Caracas ha superato quello di Baghdad. Addirittura quando si va a cena da amici, racconta il Washington Post, spesso ci si porta dietro il pigiama e si resta a dormire, per evitare di tornare a casa nelle ore pi? pericolose. Ed ? in questo clima di quotidiana violenza che ? maturato anche l?omicidio del molisano 65enne di Toro, Mercurio Giangiacomo, la cui notizia ha provocato un comprensibile sconforto fra i parenti ed amici che ancora lo ricordano in Molise. La cosa che stupisce che il suo nome non compare proprio nella cronaca giornalistica venezuelana perch? il delitto, seppur efferato, non fa notizia tanto alto ? il numero di reati di questo genere. Inumero di omicidi registrato nel 2013 ? addirittura di 24mila, secondo l?Osservatorio Venezuelano sulla Violenza, un?organizzazione non governativa che monitora il tasso di criminalit? nel paese. Alcuni la considerano addirittura una stima al ribasso. Nella pratica, e dati alla mano, il 12 percento dei decessi dell?anno scorso ? stato di natura violenta, dando luogo a quella che secondo il quotidiano El Universal ? l?uccisione di un venezuelano ogni 27 minuti. Mercurio Giangiacomo emigr? in Venezuela nel 1960 con la famiglia che si stabil? a Maracay, cittadina dove ancora oggi vivono e lavorano tantissimi italiani e fra questi altrettanti di origine molisana. Mercurio, dunque, pare sia rimasto vittima di quella criminalit? che negli ultimi dieci anni ha rovinato l?immagine di un paese che per tanti emigranti nel dopoguerra ha rappresentato la Terra Promessa. Uno o pi? persone gli avrebbero teso un agguato per strada e lo hanno ferito a morte, sembra con un coltello, per derubarlo. Nel 2011 un altro molisano fu vittima di un altro omicidio in Sud America. Franco Sala, originario di Limosano, si era trasferito in Brasile per questioni sentimentali. Aveva sposato una donna del posto che poi organizz? il suo assassinio assoldando due killer. Il cadavere fu seppellito sotto il pavimento della casa in cui i due vivevano e la donna continu? ad incassare per mesi la pensione di invalidit? di cui l?uomo beneficiava.

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