Truffa del Superbonus, commercialista isernino ai domiciliari

In una conferenza stampa il procuratore di Isernia, Carlo Fucci, ha presentato i risultati di un’indagine sulla truffa del Superbonus.
In pratica, lavori mai svolti o completati, per i quali era stato ottenuto un credito d’imposta di 1milione e 400 mila euro. Pe questo quattro persone, tre della provincia di Isernia e uno di quella di Cosenza, sono finiti agli arresti domiciliari, con l’accusa di truffe plurime ai danni dello Stato.
Tra di essi, figura anche un commercialista di Isernia, nel cui studio figurava la sede legale di due società che vantavano anche esse crediti inesistenti, rispettivamente di 765mila e 585 mila euro, per i quali è scattato il sequestro preventivo. L’uomo era anche amministratore di una delle due società.
L’operazione della Guardia di Finanza di Isernia, coordinata dal procuratore capo della città pentra, Carlo Fucci, ha dunque consentito di smascherare un sistema di formazione illecita di crediti fiscali ottenuti con il meccanismo del cosìddetto sconto in fattura. I finanzieri stanno portando avanti le indagini, concentrate su opere rientranti nei bonus edilizi. Perquisizioni e sequestri anche nei confronti di altri soggetti.

Questo il comunicato stampa della Procura:

Nella giornata di ieri 22.03.2023 la Guardia di Finanza del Gruppo Isernia ha portato a termine una complessa operazione di polizia giudiziaria nel corso della quale sono state sottoposte agli arresti domiciliari quattro persone, di cui tre residenti in Provincia di Isernia ed una in Provincia di Cosenza, in esecuzione di altrettante Ordinanze cautelari disposte dal GIP di Isernia su richiesta di Questa Procura della Repubblica.

Le operazioni, svolte le Province di Isernia e Cosenza contemporaneamente ad attività di perquisizione e sequestro nei confronti di due società aventi sede legale a Isernia e di diversi altri soggetti residenti in entrambe le Province, sono state finalizzate a disvelare ed interrompere le attività delittuose attribuite agli indagati ed aventi ad oggetto plurime truffe in danno dello Stato derivanti dalla formazione di crediti fiscali afferenti a diversi incentivi pubblici a fronte di lavori edilizi mai realmente svolti.

Le indagini, dirette dal Sostituto delegato e coordinate dal Procuratore della Repubblica di Isernia, hanno fatto emergere che indagati, tramite due società apparentemente indipendenti ma aventi la medesima sede legale presso lo studio di un membro dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Isernia, anch’esso sottoposto alle suddette misure cautelari in quanto Amministratore di una delle due, avevano ottenuto crediti fiscali tramite il sistema del cd. sconto in fattura a fronte di lavori edilizi soggetti ad incentivi statali nella forma di credito di imposta, mai svolti o mai completati, in favore di committenti apparentemente ignari.

Tra gli arrestati vi è anche un professionista di Campobasso, tecnico asseveratore delle pratiche edilizie di una delle società, che attestava la regolare esecuzione dei lavori, fornendo un apporto decisivo alla commissione della truffa: il medesimo, in concorso con gli altri indagati, risponderà quindi anche del reato di previsto dall’art. 119 comma 13 bis del cd. Decreto Rilancio (D.L. 34/2020), appositamente previsto per sanzionare più severamente le ipotesi di falso in asseverazioni emesse al fine di far ottenere gli incentivi pubblici previsti dal medesimo Decreto.

Gli immobili oggetto delle false pratiche edilizie sono risultati collocati in diverse Province, da quella di Isernia sino a quelle Campobasso e Latina: tra questi, vi è addirittura l’antico castello di Torrella del Sannio (CB), del quale uno dei comproprietari, peraltro già deceduto, risultava l’ignaro intestatario di fatture per un importo di euro 145.680 afferenti ad interventi in regime di ecobonus, mai effettuati.

Sempre in esecuzione di apposito Decreto adottati dal GIP su richiesta di Questo Ufficio, quindi, sono stati sottoposti a sequestro preventivo e quindi “congelati” sul cassetto fiscale delle due società crediti fiscali rispettivamente del valore di euro 765.696,00 ed euro 585.024,70, nonché ulteriori crediti del valore di euro 52.510,30 presenti sul cassetto fiscale di un’altra società, con sede in Velletri, apparentemente estranea ai fatti, la quale aveva acquistato tali crediti di origine illecita da una delle società facenti capo agli indagati. Il valore complessivo dei crediti fiscali sequestrati, quindi, è stato pari ad euro 1.403.231,00, così impedendo l’ulteriore circolazione di tali crediti (considerati dalla legge “inesistenti”) e/o il loro utilizzo in compensazione.

Le attività delle due società oggetto di indagine, tuttavia, hanno prodotto crediti fiscali per circa 5.000.000 di euro, i quali -esclusa la quota già sequestrata- saranno tutti oggetto di verifica nel prosieguo delle indagini onde accertarne l’origine.

Il sequestro preventivo, come detto, è stato esteso anche ai crediti ceduti a terzi soggetti, anche ove acquistati in buona fede, come ammesso dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione formatasi sul punto negli ultimi anni: tale circostanza impone di sollecitare gli operatori economici, sia istituzionali (Banche, società finanziarie, etc.) che non (persone giuridiche e privati cittadini) ad una attenta verifica della legittimità dei crediti fiscali acquistati presso terzi, spesso a fronte di corrispettivi particolarmente vantaggiosi, in quanto allo stato nulla permette di tutelare i loro interessi contro condotte fraudolente poste in essere a monte dai cessionari e quindi dalla illegittimità del credito acquisito, se non l’eventuale azione risarcitoria verso il medesimo cessionario.

Le indagini sono state svolte con professionalità dai militari della G. di F. del Comando Provinciale di Isernia ai quali va il plauso del Procuratore della Repubblica anche perché hanno già consentito una cospicua riduzione del danno che sarebbe stato arrecato allo Stato e dunque alla collettività. Le indagini continuano e gli indagati potranno far valere le loro difese innanzi all’A.G. alla stregua del c.p.p..