Tartufi venduti “in nero”, 10 chili sequestrati. Pizzicato raccoglitore “illegale”

In azione la Guardia di Finanza di Isernia. Sotto la lente la complessa normativa nella cessione del prezioso tubero

La cessione dai raccoglitori occasionali ai compratori avveniva sostanzialmente “in nero”, senza rispettare la normativa di settore. Dieci chili di tartufo bianco e nero sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Isernia nell’ambito di una serie di controlli che le Fiamme Gialle hanno messo in atto nella zona di Isernia sulla filiera della commercializzazione del tartufo, soprattutto bianco, prezioso tubero di cui la provincia pentra risulta essere una delle maggiori produttrici a livello nazionale. I controlli, svolti dai militari del Gruppo di Isernia, sono stati mirati a verificare il rispetto della nuova normativa sulla cessione di tartufi da parte di raccoglitori occasionali (Legge nr. 145/2018 art.1 commi da 692 a 698), che ha introdotto un regime fiscale particolarmente vantaggioso per i raccoglitori occasionali le cui cessioni sino ad un limite di € 7.000 scontano il pagamento di un’imposta sostitutiva pari ad € 100. La normativa è stata introdotta dal legislatore allo scopo di favorire l’emersione della platea dei cavatori occasionali, in modo da tracciare le successive cessioni sino al consumatore finale. Nel corso dei controlli, si è constatata la cessione di tartufi da parte di cavatori occasionali senza il pagamento dell’imposta sostitutiva. In pratica, i tartufi venivano acquistati da operatori del settore completamente in “nero”. Tali comportamenti, oltre ad avere un evidente risvolto fiscale, vanno ad incidere negativamente sulla tracciabilità dei tartufi e della relativa identificazione della provenienza geografica, a discapito dell’identificazione del tartufo molisano. In particolare, nel corso dei numerosi controlli, sono stati posti sotto sequestro amministrativo, circa 10 kg di tartufo (bianco e nero uncinato), unitamente ad una bilancia elettronica, nei confronti di un raccoglitore socio di un’azienda agricola del frusinate, il quale non ha esibito alcuna documentazione fiscale ed amministrativa circa la provenienza. Per tale sequestro, gli uffici preposti della Regione Molise – a cui sono stati consegnati i tartufi – hanno disposto ai sensi dell’art. 20 della legge n. 689/1981 la confisca della merce e, in conformità di quanto prescritto dalla legge regionale n. 24/2005, hanno provveduto alla loro vendita. Le attività di controllo rientrano nei compiti istituzionali di tutela delle entrate tributarie demandate al Corpo della Guardia di Finanza, nonché, alla tutela della sicurezza alimentare dei consumatori, attraverso la tracciabilità dei vari passaggi della filiera alimentare disciplinati dal Regolamento CE nr. 178/02.