L’associazione di volontariato: «Velocità di azione, perfetta organizzazione, proficua collaborazione»
Un’azione sinergica e perfetta che ha portato alla salvaguardia del nido di tartarughe Caretta Caretta sulla spiaggia di Campomarino Lido. «Velocità di azione, perfetta organizzazione, proficua collaborazione. Queste le caratteristiche che possono legittimamente ben descrivere ed evidenziare l’operato della Sezione Provinciale di Termoli dell’A.N.P.A.N.A in questo terzo fine settimana di ottobre, presso la spiaggia di Campomarino Lido situata nei pressi di via Ezio Vanoni, durante tutte le procedure concernenti il ritrovamento di un nido di tartaruga “Caretta Caretta”. Sotto un sole che ha baciato il litorale molisano e che sembra aver riportato le lancette dell’orologio indietro di un paio di mesi – si legge in una nota stampa dell’associazione – i volontari dell’A.N.P.A.N.A si sono altamente distinti per professionalità e competenza. Ma andiamo con ordine. L’operazione “Tartaruga” è cominciata nella mattinata di venerdì 18 ottobre, quando una volontaria dell’A.N.P.A.N.A di Termoli, Angela D’Ambrosio, nel mentre di una passeggiata in spiaggia con il proprio cane, ha avvistato una schiusa di tartarughe e ha immediatamente allertato la Capitaneria di Porto di Termoli, competente per il luogo del ritrovamento. Un momento che ha dato il via all’intera procedura. Nel giro di poche ore, sul posto si sono recati gli esperti dei Servizi Veterinari dell’ASREM, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e Molise e del Centro Studi Cetacei di Pescara. Questi ultimi hanno confermato la presenza di un nido di tartarughe “Caretta Caretta” ancora in attività. Un evento straordinario per due ragioni. In primis, per l’eccezionalità del periodo di schiusa, considerato che generalmente – per via delle temperature più elevate – questo processo naturale avviene nei mesi estivi. E poi per il luogo. Si tratta, infatti, della prima nidificazione documentata di tartarughe “Caretta Caretta” nella storia esclusivamente “made in Molise” e il terzo certificato lungo le coste adriatiche (i precedenti riguardano Roseto degli Abruzzi nel 2013 e di Pesaro sempre nel 2019). Trascorsa la fase dell’individuazione e del riconoscimento scientifico, è immediatamente scattata la procedura di messa in salvaguardia del nido da curiosi che avrebbero potuto inconsapevolmente creare pericoli alle uova. L’area è stata immediatamente transennata dopo un’apposita ordinanza del Sindaco di Campomarino, Piero Donati Silvestri, e il Centro Studi Cetacei ha attivato un presidio h24. Un presidio realizzato con il supporto logistico della Protezione Civile e dell’A.N.P.A.N.A di Termoli, i cui volontari, per le intere giornate di sabato 19 ottobre e di domenica 20 ottobre non solo hanno esercitato attività di sorveglianza presso il nido ma hanno anche ottimamente perlustrato l’intero litorale di Campomarino Lido allo scopo di rinvenire eventuali altre presenze dei rettili marini che non sono state rintracciate. Il momento “clou” dell’intera operazione è stato, senz’ombra di dubbio, la mattinata di lunedì 21 ottobre, quando gli esperti del Centro Studi Cetacei, trascorse le 72 ore dall’ultima schiusa accertata come da bibliografia scientifica in merito, hanno deciso di ottemperare all’apertura del nido. I volontari A.N.P.A.N.A sono stati ovviamente presenti e operativi, disponendosi in maniera opportuna lungo la spiaggia con il duplice scopo di allontanare i curiosi e di segnalare le tartarughine che, una volta raggiunto il mare, avrebbero potuto essere respinte dalla risacca. Conclusa l’apertura del nido, gli esperti del Centro Studi Cetacei hanno constatato la presenza di 54 uova, di 20 esemplari vivi e di alcuni esemplari che sono riusciti a uscire dal guscio ma che purtroppo non sono sopravvissuti, soprattutto a causa delle basse temperature notturne. Degli esemplari trovati in vita, 7 hanno compiuto il ciclo naturale della “passeggiata sulla sabbia” tra il nido e il mare, entrando in acqua senza notevoli problemi di sorta. Altri 7, invece, sono stati liberati al largo grazie all’ausilio della Capitaneria di Porto di Termoli. Altri 3 esemplari, assieme alle uova, sono state trasportate a Centro di Recupero e Riabilitazione Tartarughe Marine “Luigi Cagnolaro” di Pescara. Un posto dove si terrà la terza fase dell’intera operazione, quella di recupero delle tartarughe trovate in vita ma troppo deboli per essere liberate in mare e quella di incubazione delle uova non schiuse, per verificare se è possibile ottenere la nascita di nuovi esemplari. Vale la pena specificare che dovesse, come ci auguriamo, andare quest’operazione a buon fine, le tartarughe verranno nuovamente portate presso la spiaggia di Campomarino Lido dove è stato situato il nido per essere liberate esattamente nella stessa zona delle loro “sorelle”. In maniera che, come la letteratura scientifica su questo argomento insegna, tra circa 25 anni alcune di loro potranno tornare a nidificare nello stesso punto, dando così origine a una serie di “Caretta Caretta” tutte molisane. Per l’A.N.P.A.N.A di Termoli è stato un onore e un piacere essere stati protagonisti attivi di un avvenimento di tale rilevanza dal punto di vista biologico e scientifico. Ed è altrettanto piacevole sottolineare come l’evento sia stato foriero di un punto di contatto con diverse realtà che da anni operano nell’ambito della salvaguardia degli animali e dell’ambiente, come il Centro Studi Cetacei, con il quale in futuro non mancheranno proficue e intense collaborazioni».