Tagli di uffici e riordino delle carriere, l’Ugl Polizia scende in piazza

Nella mattinata del 10 marzo l’Ugl Polizia di Stato scenderà nelle principali piazze d’Italia, ed a Roma con la presenza del segretario generale Valter Mazzetti anche davanti al Ministero dell’Interno. Nell’occasione distribuirà un volantino illustrativo per manifestare il proprio dissenso nei confronti di un Riordino delle carriere – quello appena licenziato dalla Presidenza del Consiglio e trasmesso alle competenti commissioni parlamentari e al Consiglio di Stato per il prescritto parere – che umilia ancora una volta la dignità professionale delle donne e degli uomini in divisa.

L’azione è volta anche a sensibilizzare la stessa Amministrazione sulle tante criticità e incongruenze che questo progetto, purtroppo, annovera e che si ripercuoteranno ancor più negativamente sullo spirito motivazionale del personale, proprio in un momento storico in cui, al contrario, servirebbero maggiori attenzioni per l’elevato spirito di sacrificio che a questo si richiede.

Le risorse economiche  sono state stanziate e stavolta non ci sono più alibi per l’Amministrazione. Per questo abbiamo voluto intitolare la mobilitazione del 10 marzo – che sarà solo la prima di una serie di proteste – “Vittime di fuoco amico”.

Riteniamo che le basi su cui si fonda questo Riordino, almeno per la Polizia di Stato, sono solo il frutto di convincimenti ideologici e culturali di una Amministrazione fuori dal tempo e lontana dai veri bisogni del proprio personale incapace di cogliere i tanti e forti segnali di malessere lanciatigli dai propri dipendenti.

Dopo anni di colpevole inerzia e decadenza l’Amministrazione ha, oggi, la possibilità di cogliere una grande opportunità che da tempo il personale aspetta. Il riordino delle carriere, per definizione, dovrebbe riordinare, riorganizzare i ruoli secondo i più moderni principi di efficienza ed efficientemente  restituire maggiore dignità professionale al personale. Per il raggiungimento di questo risultato nella legge delega si parla di apertura delle carriere e, tenuto conto del ritardo nei concorsi che ha paralizzato le aspettative di carriera della base – causando una grave carenza nei ruoli e l’invecchiamento eccessivamente elevato del personale sulle qualifiche apicali – è più che evidente che il riordino avrebbe dovuto, prima di tutto, porre rimedio a tali situazioni, sanando le tante mancate perdite di chance subite ingiustamente in tutti questi anni dai dipendenti e consentendo anche un riallineamento con i ruoli e le qualifiche delle altre Forze di polizia coinvolte.

Pertanto, nella ferma convinzione che un altro riordino è possibile, sia sul versante economico della stabilizzazione degli 80,00 euro – che non avremmo mai voluto vedere riversati sul riordino, intuendo che si sarebbero trasformati in una sostanziale perdita del potere d’acquisto – sia sul versante amministrativo dei diversi percorsi di carriera e di ristoro per i tanti torti subiti dal personale, fino all’ultimo non lasceremo intentata alcuna strada, fosse anche la più impervia, per cercare di migliorare questo progetto di riordino che riteniamo solo un punto di partenza e non certo di arrivo. Ci faremo ascoltare dalle deputate Commissioni parlamentari, chiamate ad esprimere il proprio parere, nonché da tutti i gruppi parlamentari che sensibilizzeremo al riguardo.

Non di meno intendiamo ribadire la ferma posizione della UGL Polizia di Stato tesa a contrastare il piano di dismissioni di numerosi uffici in ambito nazionale predisposto da dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno che, per quanto concerne la nostra realtà molisana, riguarderebbe il Posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso, il Distaccamento della Polizia Stradale di Larino, nonché la Sezione della Polizia Postale di Isernia. Per tale ragione condividiamo appieno l’iniziativa del consigliere regionale Michele Petraroia che con propria nota, datata 08/03/2017, ha inteso richiamare l’attenzione dei massimi vertici istituzionali anche sul grave pericolo di infiltrazioni mafiose nel nostro territorio molisano, richiedendo, pertanto, l’aumento degli organici delle forze di polizia e della magistratura per fronteggiarlo. Le cronache degli ultimi mesi non lo smentiscono, basti pensare al recente arrivo del figlio di uno dei più spietati capi della camorra che va ad aggiungersi ad altri grossi esponenti malavitosi che sono stati da noi trasferiti per scontare le loro pene detentive o gli arresti domiciliari e quanto sta accadendo nel capoluogo molisano. I furti sono cresciuti in maniera esponenziale ed è stata perpetrata una rapina in pieno centro, poco distante dal Palazzo del Governo, ciò a significare che la forza disponibile è praticamente esigua a tal punto da indurre il Questore Pagano a richiedere, oltre al consueto supporto dei Reparti Prevenzione Crimine, l’aggregazione di un numero cospicuo di personale della locale Scuola di formazione della Polizia di Stato “G.Rivera”.

Non di meno si è ancora in attesa di essere ricevuti dal nuovo Prefetto, per rappresentare la doglianza propria e della cittadinanza campobassana che con 700 firme, raccolte in soli tre giorni, ha sottoscritto la contrarietà circa chiusura del Posto fisso di Polizia presso il locale Ospedale Civile di c.da Tappino.  Ci aspettiamo risposte e non false promesse.