Sviluppare un percorso turistico da un bene in disuso: il bando di Confcooperative

L’idea lanciata nel corso di un workshop: dal 1° gennaio al 31 maggio 2020 disponibili risorse fino a un milione di euro

CAMPOBASSO. Può prendere corpo anche in Molise la realtà delle cooperative di comunità? A prima vista sì. Ma serve lavoro, studio e voglia di restare nella propria terra. Un tema sviscerato in tutte le sue sfaccettature nel corso del workshop – che si è svolto nella Sala della Costituzione della Provincia di Campobasso – organizzato da Confcooperative Molise e Centro Servizi. A moderare il dibattito Matteo Bettoli, caposervizio promozione e progettazione di Confcooperative nazionale: “Lo sviluppo delle aree interne è un grande tema nel nostro Paese, bisogna concentrare i nostri sforzi per rendere i territori interni abitabili”.

L‟intervento del presidente di Confcooperative Molise, Domenico Calleo, va proprio in tale direzione: «Sono indispensabili tutti gli attori che operano sul territorio, dalle istituzioni alle proloco passando per le cooperative e i semplici cittadini. Tutti possono portare un grande contributo. Sono convinto che se si agisce in rete e tutti uniti verso uno scopo concreto, ovvero evitare l’accorpamento del Molise con altre regioni, si possa intravedere uno sviluppo nuovo. Confcooperative e Centro Servizi, artefici di questo incontro, sono pronti a dare tutti i possibili contributi tecnici e di assistenza”. Bisogna dire che le aree interne, nonostante occupino il 60% del territorio, sono abitate da solo il 22% della popolazione. Ecco perché si parla di rischio spopolamento.

Il modello molisano per eccellenza è costituito dal comune di Castel del Giudice, che ha sviluppato un modello che viene portato in giro per l’Italia. Il sindaco, Lino Nicola Gentile, parte da alcuni assunti fondamentali: «La partecipazione dei cittadini è fondamentale per trasformare i piccoli centri in laboratori di progetti e per il coinvolgimento dell’imprenditoria affettiva, ovvero di persone che hanno avuto fortuna altrove. Le nostre mele biologiche forniscono le mense di Napoli e Roma ma non quelle di Campobasso e Termoli. Ancora, c’era una scuola chiusa da anni che abbiamo trasformato in Rsa. Le risorse provengono spesso da 25-30 cittadini più facoltosi che aiutano il proprio paese d’origine. Fra poco produrremo una birra fatta al 100% con ingredienti molisani. E poi Borgotufi, che è diventato un albergo diffuso partendo da vecchie stalle abbandonate».

Un bar, un ristorante, un bene in disuso, un percorso turistico: si può partire da qui per sviluppare un progetto accattivante. E i fondi? «A partire dal 1° gennaio 2020 fino al 31 maggio – spiega Vittoria Ventura di Fondo Sviluppo – sarà attivo il secondo bando di Confcooperative-Fondo Sviluppo sulla cooperazione comunitaria con risorse tra i 700mila euro e il milione per consentire l’avvio di attività di questo tipo, il tutto supportato dal Sistema di Servizi di Confcooperative”. Grazie al primo bando sono partite 33 cooperative di comunità, nessuna richiesta dal Molise.

Il docente Unimol, Luigi Mastronardi, ha messo a punto una metodologia che definisce il ruolo delle cooperative di comunità e «individua un nuovo paradigma di sviluppo locale. Al termine degli studi è venuto fuori che 66 Comuni molisani sono afflitti da fragilità economica e sociale e come area pilota è stata presa quella del cratere sismico. In questo senso le cooperative di comunità potrebbero rinvigorire quei territori».