Quella maledetta notte a Senigallia anche un giovane di Campobasso rischiò di perdere la vita
La banda dello spray, accusata come responsabile della strage alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, dove persero la vita cinque minorenni e una mamma, ha chiesto di procedere con il rito abbreviato. Questo nella speranza di ottenere uno sconto di pena in caso di condanna. Quella maledetta sera fra le decine di feriti c’era anche un giovane ragazzo di Campobasso che rischiò letteralmente la vita in seguito alle ferite dovute allo schiacciamento della massa di giovani che fuggirono determinando, poi una vera e propria strage.
Gli avvocati di Moez Akari, Badr Amouiyah, Andrea Cavallari, Ugo Di Puorto, Souhaib Haddada e Raffaele Mormone (la sera della strage era presente anche Eros Amoruso, morto qualche mese dopo in un incidente stradale), – riferisce il giornale online “viveresenigallia.it” – in questi giorni hanno avanzato la richiesta a procedere con rito alternativo. Le accuse sono di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo.
I ragazzi della Bassa Modenese, tra i 19 e i 20 anni, erano stati arrestati il 2 agosto 2019. La Procura aveva saltato l’udienza preliminare e chiesto il giudizio immediato, visti i “chiari e concordanti elementi di responsabilità”.
La banda è ritenuta responsabile di oltre cento furti e rapine, in locali del centro e nord Italia. Il modus operandi è lo stesso utilizzato nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 a Corinaldo: sostanza urticante spruzzata per creare confusione e approfittandone per sottrarre monili. La data del processo non è ancora stata fissata.