Strage di Corinaldo, la banda dello spray alla sbarra

Sei ragazzi accusati di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere e lesioni personali per quanto accaduto alla discoteca in cui rimase ferito anche un 18enne molisano

CORINALDO. Omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere e lesioni personali: queste le accuse a carico dei ragazzi che, il prossimo 5 marzo, dovranno comparire dinanzi al giudice per quella ormai tristemente nota come la Strage di Corinaldo. Era da poco trascorsa l’una della notte, tra il 7 e l’8 dicembre 2018, quando all’interno del ‘Lanterna Azzurra Clubbing’ di Corinaldo, a pochi chilometri da Ancona, almeno in millequattrocento erano ancora in attesa dell’esibizione del cantante Sfera Ebbasta. A un certo punto, stando alla ricostruzione degli inquirenti, entra in azione la banda dello spray, che spruzza sostanze urticanti per compiere furti all’interno del locale. In pochi attimi la situazione degenera e durante quegli istanti di terrore morirono cinque adolescenti e una giovane madre e circa 200 persone rimasero ferite, tra cui un 18enne della provincia di Campobasso (parte civile attraverso il suo legale, Silvio Tolesino). Il giovane è stato a lungo ricoverato in ospedale, a causa delle gravi ferite riportate. I responsabili, ragazzi della Bassa Modenese, tra i 19 e i 20 anni, furono arrestati il 2 agosto 2019. La Procura aveva saltato l’udienza preliminare e chiesto il giudizio immediato, visti i “chiari e concordanti elementi di responsabilità”. Per loro ci sarà il rito abbreviato. La banda è ritenuta responsabile di oltre cento furti e rapine, in locali del centro e nord Italia. Il modus operandi è lo stesso utilizzato nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 a Corinaldo: sostanza urticante spruzzata per creare confusione e approfittandone per sottrarre monili. Un altro filone dell’inchiesta, riguardante il mancato rispetto delle misure di sicurezza invece è ancora pendente.