Spettacoli e balli studenteschi nella Campobasso degli anni ’50
Il primo trio di armoniche a bocca in Italia nacque proprio nel capoluogo
REDAZIONE
CAMPOBASSO
Una fotografia che riporta al dopoguerra, quando una generazione di giovani campobassani si impegnava nelle arti e nello spettacolo, esibendosi sui palchi cittadini. Un mondo che con entusiasmo, salutava la violenza e la povertà degli anni precedenti e si avviava verso un periodo di prosperità, oggi messa sempre più a rischio.
Nella foto donataci da Pino Niro, proveniente dall’archivio di Antonio Venditti, è immortalata l’esibizione del primo trio di armoniche a bocca in Italia, formato dallo stesso Antonio Venditti, insieme a Paolo Oriunno e Gianni De Santis, tutti studenti del Liceo Classico ‘Mario Pagano’, impegnati in una esibizione in un programma Rai condotto da Nunzio Filogamo, famoso conduttore che aveva presentato le prime edizioni del Festival di Sanremo nel 1951 e nel 1952. Il palco era quello del Cinema Teatro Ariston tra il 1954 e il 1955. Un trio che segnava l’amicizia profonda nata sui banchi di scuola e che ha visto, negli anni seguenti, tante altre serate di una Campobasso che, nonostante il clima pudico e morigerato della provincia, tentava di divertirsi.
«Dopo due anni – ricorda Antonio Venditti – ci esibimmo in un quintetto vocale nell’auditorium del Mario Pagano per una trasmissione condotta da Silvio Gigli, presentatore radiofonico e televisivo della Rai». Uno scopritore di talenti che ha valorizzato artisti come Gianni Morandi, Iva Zanicchi, Orietta Berti e Loretta Goggi.
Su quella esibizione arriva anche il commento di Benito Pizzuto, personaggio simbolo della Campobasso di quegli anni. «Era un matinée di uno spettacolo studentesco, ci esibimmo al Mario Pagano, con Gigli in diretta da Firenze – ricorda Pizzuto – c’era anche Antonio Lozzi in una imitazione di Walter Chiari, l’orchestra era diretta da Pippo Izzo, con Ennio Lozzi al contrabbasso, Mi esibii in alcuni brani con Paolino Oriunno, se ricordo bene eseguimmo ‘Amapola’». Con loro, racconta Pizzuto, c’era l’immancabile Fred Bongusto, il notaio Silvestro Delli Veneri, Achille Vendemmiati, Salvatore Salottolo, Maria Pia Sandomenico e tanti altri protagonisti della vita pubblica e culturale di quegli anni, cultori del dialetto e delle tradizioni. Flashback di una generazione di campobassani che ha conosciuto e vissuto una città che oggi non esiste più, se non in quel ricordo vivo, fatto di amore e di amicizia nata per le strade del borgo.