«Non abbandono la nave che affonda, ma si tratta di una crescita professionale»
Lo scorso 18 luglio avevamo informato dell’avvio, da parte dell’esecutivo regionale (con delibera 272 del 16 luglio), della procedura per la selezione per il conferimento dell’incarico di direttore generale dell’Asrem. Avvio di procedura che era sembrato sin da subito un campanello d’allarme.
Nel senso che era apparso evidente che la Regione Molise fosse alla ricerca di un direttore generale. Il governatore Toma ci aveva risposto che «l’elenco per i direttori generali servirà tra due anni se Sosto non va via prima, noi dobbiamo essere pronti». L’eventualità si è verificata perché Gennaro Sosto ha deciso di andar via ed è stato nominato direttore generale della Asl Napoli 3 Sud. Non per abbandonare la neve in un momento in cu si naviga a vista, ma «perché si tratta – ci ha tenuto a specificare l’ingegnere – di una crescita professionale. E’ innegabile che è una delle aziende più importanti e più complicate che ci sono nel centrosud. Una sfida importante».
Sosto lascia con qualche rimpianto e soprattutto lancia un vero e proprio allarme. «Il rimpianto più grande è quello di non essere riuscito a far capire fino in fondo quelle che sono le cose che volevamo fare e che credo vadano fatte per salvare la sanità molisana. C’è bisogno di una presa di coscienza generale non sulle soluzioni di principio, quelle che auspichiamo a livello teorico, ma su quelle pratiche, quelle che bisogna mettere in atto facendo i conti con il contesto e con la realtà attuale. Nei prossimi mesi sarà necessario grande pragmatismo per non vanificare un percorso che c’è stato e che ha portato anche dei frutti. Bisogna fare i conti con dei momenti contingenti particolari. Nelle ultime settimane continuavo a sentir parlare di concorsi e quasi nessuno che volesse fare i conti con la realtà: i medici non li troviamo. E’ un problema italiano e che nel Molise è più forte che nel resto del Paese per quella carenza che c’è stata negli anni scorsi. Non siamo riusciti ad assumere per dieci anni e questo rende un po’ più critica rispetto agli altri la situazione. Se non si prende contezza di questa realtà e si continua a fantasticare su situazioni di principio, la situazione diverrà complicata e per questo sono veramente preoccupato. Nel senso che arriveranno giorni difficili se si continua a non tener conto di quello che è il contesto attuale».
I commissari sono la soluzione?
«I commissari stanno cercando di dare una mano per sistemare le cose. Le soluzioni in questo momento sono complicate. Ma è vero che l’esser tecnici, avere rapporti diretti con i ministeri, non ti consente di avere un’agibilità politica che è più propria delle figure non tecniche. Ci sono pro e contro».
In questa sua decisione ha inciso la parte politica?
«No, assolutamente. Tranne che per un fatto: il presidente Toma ha parlato benissimo di me in conferenza Stato-Regioni e credo che questo abbia acceso delle spie».
mdi