Situazione igienica precaria, rischio infezioni ospedaliere

di Vittorio Labanca

Aveva inviato qualche giorno fa una lettera al presidente della Regione Toma e ai vertici dell’Asrem con considerazioni sugli ambienti della nuova dialisi dell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone. Proprio lui, don Francesco Martino, Responsabile della Pastorale Sanitaria diocesana e sottoposto tre volte a settimana alla dialisi. Ora il disagio continua da parte degli ammalati. Ed il sacerdote a nome anche degli altri ammalati continua a lanciare messaggi “d’aiuto” per una condizione non consona degli ambienti in cui si eseguono attualmente le terapie. Una serie di fotografie e di commenti postati per tutti su Facebook dal parroco di Belmonte del Sannio ed ex cappellano ospedaliero.

“Questa è la posizione normale quando dializziamo –commenta come didascalia ad una foto don Francesco Martino- Il nostro sangue esce dal corpo entra in una macchina collegata ad un circuito idraulico, viene a contatto con acqua che deve essere sterile e batteriologicamente non pericolosa nel filtro, scarica in un circuito che va in una cisterna di decantazione e poi viene immessa in fogna, anche per prevenire la possibilità di risalita dagli scarichi di agenti patogeni pericolosi. L’ambiente viene rigorosamente pulito e al termine di ogni seduta sterilizzato con le lampade a raggi ultravioletti. Quando le infermiere si avvicinano a noi usano guanti e mascherine. Come vedete –aggiunge in calce alle immagini pubblicate- dobbiamo dializzare come se fossimo in una sala operatoria perchè un’infezione ospedaliera, il rischio di setticemia, ed altro ancora ci può mandare all’altro mondo. Eppure per qualcuno noi possiamo dializzare anche in una stalla, o con gli scarichi arrangiati, come se fossimo in un reparto normale di degenza, con tutti i rischi di infezione possibili nello scambio sangue acqua macchina. Io non posso mettere a rischio la mia vita ogni giorno perchè a causa della precaria situazione igienica e di sicurezza posso beccarmi infezioni ospedaliere che dovrebbero comunque essere prevenute in ospedale e sono la vera prima causa di mortalità negli ospedali italiani –commenta a tinte forti don Francesco- E rimando al mittente le accuse di chi mi dice che mi sono coperto di ridicolo perchè non sono un tecnico o un ingegnere, oppure chi afferma che comunque guido la macchina e quindi posso dializzare ovunque. Le condizioni di igiene e sicurezza o ci sono o non ci sono –conclude don Francesco Martino- Sicurezza sono solo i tubi non a norma?. Ma fatemi il piacere”.