Sindaco di Petacciato e presidente del Cosib, per l’Anac “era inconferibile”
L’attuale presidente del Consorzio industriale di Termoli non può ricoprire il ruolo perché sindaco in carica di uno dei Comuni del consorzio. Il consigliere regionale del M5S, Valerio Fontana: “Giornata storica, via i vertici”.
“Quella di oggi è una giornata storica per il Molise e il basso Molise in particolare perché mai era successo che l’Anac, l’ente anti-corruzione emanasse un parere contrario all’elezione del sindaco di Petacciato, Roberto Di Pardo, come presidente del Cosib, il consorzio industriale Valle del Biferno”. Chiede le dimissioni di Di Pardo da presidente del Cosib ed è pronto a rivolgersi al Governatore del Molise, Donato Toma per chiedere, eventualmente, anche il commissariamento dell’ente, Valerio Fontana, consigliere regionale del MoVimento 5Stelle che in una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, 28 luglio, è entrato nel merito della decisione dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, che sancisce l’incompatibilità e inconferibilità dell’incarico di presidente del Cosib al sindaco di Petacciato, Roberto Di Pardo (QUI LA PRIMA NOTIZIA). “Come consigliere regionale avevo presentato un esposto per segnalare l’illegalità e il contrasto alla legge Severino rispetto alla nomina del sindaco Di Pardo. La legge, infatti, dispone l’incompatibilità tra incarico di sindaco e di vertice di aziende regionali e sub regionali – ha affermato Fontana durante la conferenza stampa che si è tenuta presso la sede del MoVimento 5Stelle di Termoli – Di Pardo era stato eletto presidente del Cosib mentre era già in carica come sindaco di Petacciato ed è per questo motivo che abbiamo presentato l’esposto che ha dato inizio all’iter che si è concluso lo scorso 13 luglio con l’ordinanza”. Nell’ordinanza, di 8 pagine, l’Anac ripercorre tutti gli aspetti relativi sia alla legge Severino che all’incarico del presidente del Cosib e delibera “l’inconferibilità dell’incarico di Presidente del Comitato direttivo del Consorzio e l’archiviazione, per le motivazioni suesposte, della posizione del vicepresidente”. “E’ evidente – ha proseguito Fontana – che il presidente ricopra anche una carica di indirizzo politico considerando che è il sindaco di Petacciato e quindi in contrasto con quanto disposto dall’artico 7 della legge Severino. Per quello che invece riguarda la posizione del vicepresidente (ricoperta dal sindaco di San Giacomo degli Schiavoni, Costanzo Della Porta, ndr), la sua posizione viene archiviata – ha proseguito Fontana – perché non ha deleghe e quindi non ricopre nessun ruolo di amministratore così come restano salvi i componenti del direttivo perché si stabilisce che la legge non si applica ai consigli di amministrazione. C’è anche da aggiungere che erano stati in prima battuta proprio i consiglieri comunali di minoranza a Petacciato, Matteo Fallica e Giuliana Ferrara a diffidare il sindaco dall’essere eletto presidente del Cosib proprio per la sua incompatibilità ma questa diffida fu ignorata”. Adesso Fontana guarda al futuro: sotto la lente la richiesta di dimissioni avanzate a Di Pardo e il passaggio con Toma: “inoltreremo l’ordinanza alla Procura di Larino e alla Corte dei Conti per verificare gli estremi di un eventuale danno erariale per gli emolumenti percepiti e sarà attenzionato anche il responsabile anti-corruzione del Cosib e della Regione. Mi preme l’aspetto politico e morale della vicenda: noi abbiamo sempre sostenuto il principio della separazione tra la carica politica e quella amministrativa mentre c’è sempre stata l’abitudine a considerare i ruoli apicali degli enti regionali e sub-regionali come caselle da riempire dal partito di maggioranza di turno per fini spartitori. L’Anac ha posto la parola fine a questa prassi: chi è stato eletto sindaco fa il sindaco, chi si deve occupare del nucleo si dedica a quello. Questa non è solo una norma anti corruzione ma anche di buon andamento degli organi perché ci devono essere persone competenti e con indirizzo di sviluppo industriale alla guida di un consorzio industriale. E’ per questo motivo che voglio interpellare il presidente della Regione per vedere come intende muoversi adesso ed eventualmente chiedere il commissariamento dell’ente. Quella del Cosib è la punta di un iceberg perché gli enti di sviluppo regionale, come dimostra il caso Romagnuolo, sono spesso affidati a politici in carica o da poco dimissionari. E’ una prassi irregolare e in violazione di legge”.