VENAFRO – Erano arrivati in citt??il primo aprile. Dopo la visita medica presso una struttura di via Sant’Ormisda, erano stati alloggiati in via Pedemontana, all’interno di una specie di “centro di accoglienza”. La loro permanenza in terra molisana, per?, ? durata davvero poco. I profughi si sarebbero gi? “dati alla macchia”. Per competenza territoriale le indagini sono affidate ai Carabinieri della Stazione di Venafro, i quali possono fare ben poco.?Pare, infatti, che l’intenzione degli extracomunitari fosse quella di raggiungere Napoli e poi altre nazioni d’Europa. Andarli a “riacciuffare” sarebbe impresa ben ardua! Anche buona parte dei profughi assegnati all’Hotel La Colombina di Frosolone si sarebbero gi? dileguati.
In massima parte di origini africane (Somalia), erano arrivati a Venafro a bordo di un pullman scortato dalle forze dell’ordine. Tra loro anche donne e bambini. Espletato il rituale delle?visite sanitarie, erano stati poi?accompagnati presso i centri di accoglienza (14 a Venafro e 36 a Frosolone)?dove sarebbero dovuti restare per un tempo imprecisato. Il tutto per direttiva del prefetto di Isernia, dietro indicazioni del Dipartimento per le Libert? Civili e l?Immigrazione che fa capo al Ministero dell?Interno. Morale della “favola”? Ancora una volta, lo Stato italiano ha rimediato una magra figura, dimostrando di essere flaccido e inetto.
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