Sforamento del Patto di stabilità 2010, sanzione da 507mila euro

Era già nell’aria in seguito alla sentenza con cui il Tar Molise ha rigettato il riscorso e ha confermato la sanzione di 507mila euro a carico del Comune di Isernia per lo sforamento del patto di stabilità del 2010. Ora, con il decreto emanato dal ministero dell’Interno, arriva l’applicazione della sanzione. La sanzione era arrivata con un decreto ministeriale emanato nell’agosto 2013: in tutto 507.179,17 per il mancato rispetto del patto di stabilità interno, a seguito di accertamento successivo da parte della Corte dei Conti. Ma nel mese di novembre dello stesso anno il dicastero dell’Interno aveva disposto “la sospensione dell’irrogazione della sanzione nei confronti del Comune di Isernia – si legge nel decreto pubblicato on line – in attesa della decisione di merito da parte del Tribunale amministrativo del Molise sul ricorso presentato avverso i presupposti che avevano dato luogo all’accertamento della violazione del patto di stabilità interno 2010”. A maggio il Tar si è espresso, respingendo i motivi aggiuntivi sul ricorso principale con cui si chiedeva l’annullamento del decreto ministeriale che disponeva la sanzione. Decreto di cui il Tar, con la stessa sentenza, ha ordinato l’esecuzione da parte dell’autorità amministrativa. Il che si traduce, per le casse di Palazzo San Francesco, in una riduzione delle risorse, oppure in un esborso diretto della somma stabilita. Come specificato nell’ultimo decreto ministeriale, targato 16 luglio, “la sanzione comporta per il Comune di Isernia la riduzione delle risorse spettanti per l’anno 2017 a titolo di fondo di solidarietà comunale previsto”. Tuttavia, nell’atto ministeriale si precisa che “in caso di insufficienza di risorse per operare la riduzione, la somma residua dovrà essere versata dal Comune entro il 31 dicembre 2017, tramite la locale Sezione di tesoreria provinciale dello Stato”. In caso di mancato versamento, infine, nel decreto si informa che il recupero sarà operato a valere su qualunque assegnazione finanziaria dovuta dal Ministero stesso, in alternativa sarà l’Agenzia delle Entrate a trattenere le relative somme all’atto del pagamento al Comune dell’imposta municipale propria.