Servizio idrico integrato, il Tar annulla la proroga della gestione Acea
La minoranza: “Le delibere di consiglio comunale e di Giunta erano illegittime, non si poteva fare una nuova convenzione”. L’amministrazione: “La lettura dell’opposizione è frettolosa e parziale”
Da un lato la minoranza di Pd, VotaXTe e M5S che parla di “illegittimità nella delibere di Giunta prima e in quella di consiglio comunale dopo”. Dall’altro quello della Rete della Sinistra che parla di un “guazzabuglio”. Nel centro l’amministrazione comunale che, invece, parla di una “lettura frettolosa da parte dei consiglieri di minoranza”.
Sotto la lente è andata a finire la sentenza emessa dal Tar Molise nella tarda serata di ieri, 10 dicembre, con la quale i giudici amministrativi hanno annullato la delibera di consiglio comunale che aveva istituito una convenzione di proroga per la gestione del servizio idrico integrato.
Una sentenza importante sulla quale sono intervenuti i consiglieri di minoranza di Pd, Movimento 5Stelle e VotaXTe Angelo Sbrocca, Manuela Vigilante, Oscar Scurti, Daniela Decaro, Antonio Bovio e Andrea Casolino.
Pd e MoVimento 5Stelle: “Così c’è un danno per la cittadinanza”
“Tutto è partito a settembre scorso – ha affermato il consigliere Angelo Sbrocca – quando c’è stato il consiglio comunale durante il quale la maggioranza ha approvato una nuova convenzione con Acea che è l’attuale gestore del servizio idrico integrato.
In quella occasione abbiamo stigmatizzato ed evidenziato l’illegittimità della proposta di delibera perché ritenevamo che si approvava un qualcosa di illegittimo perché non era una proroga ma di fatto una nuova convenzione perché la proroga non poteva essere concessa.
Il riflesso politico di tutto quello che è avvenuto – ha proseguito Sbrocca – è che ci potranno essere degli aumenti sulle tariffe dei cittadini che già a Termoli sono alte.
Il Tar ha quindi annullato la delibera di consiglio comunale, le due delibere di Giunta e gli atti presupposti a queste delibere e ha anche affermato che il Comune avrebbe dovuto fare una gara, spodestando la società che avrebbe dovuto gestire il servizio idrico integrato ossia la Florio Group.
Siamo molto preoccupati di quello che potrebbe fare il Comune nella speranza che non si aggravi la posizione che c’è attualmente.
Per quello che mi riguarda ritengo – ha proseguito l’ex sindaco – che per limitare i danni il Comune dovrebbe rivedere questa convenzione anche se appena nella giornata del 9 dicembre è stato approvato un progetto di finanza presentato da Acea per un progetto connesso al servizio idrico integrato”.
“E’ una situazione drammatica – gli ha fatto eco Daniela Decaro del M5S – il Tar ha evidenziato un modus operandi dell’amministrazione che considera la res pubblica come res privata, dimostrazione lo sono i ricorsi sulla sanità presentati da privati cittadini”.
Sulla stessa scia anche il consigliere Andrea Casolino (VotaXTe) per il quale c’è “un modus operandi dell’amministrazione nel gestire alcuni settori come quello della sanità, dell’acqua o la vicenda Edison che rappresenta una nebulosa di burocrazia dove si parla di 60milioni di euro, o come il servizio di gestione degli immigrati per il quale è stato fatta richiesta di accesso agli atti che, però, non si possono avere.
Il silenzio caratterizza questa amministrazione perché quando le cose non si dicono non si parla di democrazia”.
La maggioranza: “Confusione dell’opposizione”
Di parere nettamente contrario è la maggioranza che in una nota ha voluto dare una propria visione della sentenza del Tar.
“Alcune osservazioni mosse dai banchi dell’opposizione risultano probabilmente frutto di una lettura frettolosa o parziale della recente sentenza del Tar.
Quest’ultima, infatti, dopo avere rimarcato la “novità delle questioni trattate” al punto da non accollare all’amministrazione neppure le spese di giudizio (disponendone invece la compensazione) ha ritenuto di dover ribadire la necessità, per l’amministrazione, di pervenire ad un affidamento del servizio idrico sulla base di una nuova procedura di gara e non anche attraverso il ricorso ad una ulteriore proroga.
Se non che, a tale specifico riguardo, mentre va rappresentato, anche all’opposizione, che tale scelta, di avviare appunto una procedura di gara europea al fine di individuare il nuovo gestore, è stata già prevista ed avviata dal Comune ancor prima della sentenza; al tempo stesso, qualche incertezza o ritardo nell’avvio di tale procedura (e nella contestuale proroga censurata dal giudice) non sono di certo addebitabili a negligenza o noncuranza del Comune, ma al solo fatto, ben noto all’opposizione, che da qualche anno, con la Legge regionale n.4 del 22 aprile 2017, la gestione del servizio idrico e’ stata definitivamente trasferita dai comuni alla Regione.
Con la conseguenza che proprio in attesa ovvero in vista del perfezionamento del trasferimento di impianti e servizi all’Egam (ente regionale già individuato e già operante) era stata disposta una proroga necessaria ad evitare, in vista del gestore unico, forme indebite di frazionamento o spacchettamenti del servizio o di interruzione dello stesso.
Dunque, incertezze normative e gestionali non soltanto oltremodo comprensibili (come peraltro espressamente riconosciuti dallo stesso giudice alla luce delle sopravvenute novità normative e della natura transitoria della presente fase gestionale); ma pienamente giustificabili, come si ritiene di poter dimostrare nel giudizio di appello che sarà promosso dall’amministrazione comunale al fine di rimarcare la piena legittimità di operato della stessa.
Infine, che non si confonda inoltre la gestione del servizio idrico integrato con la delocalizzazione del depuratore che sono questioni che nulla hanno a che vedere con il presente ricorso, peraltro l’amministrazione comunale ha già avviato tutte le procedure necessarie per giungere a cantierare l’opera in piena condivisione con quanto autorizzato dall’Egam”.