Sente, Coia rinuncia a gestire l’appalto
Sarà effettuato in convenzione con la Provincia di Isernia, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Campania e Molise
Viabilità provinciale ad altissimo tasso di rischio, quella in provincia di Isernia. 880 chilometri di pericoli continui su una rete stradale, che non viene curata da anni, come si deve, per la carenza di fondi assegnati dal governo a via Berta.
Tanto che il presidente Lorenzo Coia ha prudentemente deciso di far gestire la maxi-gara d’appalto per i lavori di ripristino del viadotto Sente allo Stato, per la precisione al Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania-Molise. Un appalto da 2,4 milioni di euro che la Provincia di Isernia non se la sente nè di bandire, nè di seguire, alla luce del contenzioso legale che puntualmente si scatena anche attorno ad appalti da poche decine di migliaia di euro. Lo Stato, il Provveditorato alle Opere Pubbliche, sono decisamente più attrezzati, per cui il Ministero, su richiesta della stessa Provincia di Isernia, sta preparando una convenzione, con via Berta e con il Provveditorato, per far gestire la fase operativa a quest’ultimo. Appena firmata la convenzione a tre, arriveranno i primi quattrocentomila euro e i lavori di recupero del viadotto e in particolare del terzo pilone, che è ruotato su se stesso, a causa di una frana, potranno avere inizio. Intanto, dopo un periodo di assoluto disinteresse per gli enti provinciali, Roma ha ricominciato a mandare fondi per la manutenzione stradale. A Isernia è toccato oltre un milione di euro, per il 2019, che sarà impiegato, come ha garantito Coia, a partire dal rifacimento delle linee di mezzeria sulla sede stradale. Si tratta della linee bianche, continue o segmentate, che corrono al centro della carreggiata stradale, nel corso degli anni praticamente spartite dagli 880 chilometri di strade provinciali, con gravi rischi per gli automobilisti e per gli stessi tecnici della Provincia, responsabili a livello personale per incidenti o sinistri stradali causati dalla mancata manutenzione.
Come sta puntualmente succedendo per il procedimento giudiziario avviato a carico di due tecnici di via Berta, a causa della morte di Filippo Ciccotosto, giovane parrucchiere trentenne di Agnone, che nel 2014 si ribaltò con la sua Smart sulla fondovalle Verrino. La sua famiglia ha denunciato la Provincia, addebitandole le responsabilità per la morte di Filippo, a causa dello stato della fondovalle e in particolare per il paletto di sostegno di un segnale stradale che avrebbe provocato la perdita di controllo dell’auto.
La vicenda è finita davanti al Gip di Isernia che dovrà decidere se rinviare o giudizio per omicidio colposo i due tecnici finiti nei guai a causa di una strada dissestata e malandata, non certo per colpa loro, ma per la cronica carenza di fondi destinati alla manutenzione. Di fronte a questi eventi, si comprende il perchè della chiusura del viadotto Sente e della scelta di non gestire l’appalto, sono troppe le responsabilità e di fronte alle perdita di vite umane la giustizia va sempre a caccia di un capro espiatorio.