Segregata a casa del fratello. Ecco dove ha vissuto per 20 anni la sua prigionia

Poco meno di seicento anime, collocato nell’alta collina dell’entroterra molisano ad una trentina di chilometri dal capoluogo di regione, Casalciprano è un piccolo borgo conosciuto per lo più perché è un posto tranquillo, dove si ha occasione di mangiare cibo genuino e la gente è accogliente. Dove non è raro ammirare nel centro le facciate di alcune case decorate da murales.


Piccoli paesi dove tutti si conoscono e tutti sanno di tutti. Questo angolo di Molise profondo, purtroppo, fa da sfondo ad uno scenario inquietante venuto a galla recentemente, che restituisce l’immagine di una terra che, quando vuole, sa nascondere a lungo i suoi segreti.


Per un ventennio (questo stimano i Carabinieri) una donna oggi ultrasessantenne è stata ospitata a casa del fratello dopo esser rimasta prematuramente vedova.

All’epoca aveva circa 45 anni. Giunse il trasferimento a Casalciprano ma, quel gesto di accoglienza e apparente benevolenza da parte di fratello e cognata, presto si sarebbe trasformato in dura segregazione.


“I primi anni di convivenza trascorrono in tranquillità – si legge nella nota stampa dei Carabinieri di Bojano — ma dopo poco, la donna inizia a diventare un peso e viene costretta a spostarsi in una stanza ricavata di fianco alla legnaia, priva di qualsivoglia forma di riscaldamento, come lo è tuttora”.
La clausura forzata era sono agli inizi e accade qualcosa che la trasforma in una sorta di prigionia senza che un giudice l’avesse mai disposta.

(CLICCA QUI PER SEGUIRE IL PRIMO ARTICOLO) Scrivono ancora i Carabinieri: “La stanza è accessibile mediante una scala a chiocciola esterna e viene dotata di un sistema di chiusura dall’esterno, che seppure rudimentale – uno spago resistente legato ad un chiodo ancorato sul muro – riesce nello scopo di impedire alla donna di uscire in assenza dei coniugi.
Per anni non ha subito cure mediche, e solo sporadicamente veniva accompagnata da una parrucchiera, dove era “sorvegliata” a vista dalla cognata, non è mai più uscita da sola neanche per andare sulla tomba del defunto marito e non le è stato mai concesso di fare due chiacchiere con nessuno”.

Vent’anni anni passano lentamente, ma passano. E nei giorni scorsi è giunta la svolta. Grazie ad una segnalazione anonima i Carabinieri hanno avviato indagini e verifiche che, purtroppo, avrebbero confermato la segregazione ponendole fine.
Al momento il fratello e la cognata sono solo indagati e nei loro confronti non è stata emessa e applicata (per lo meno fino ad oggi) alcuna misura cautelare.
red.cro.