Se n’è andato Adriano Parente, l’emblema della canzone popolare campobassana

 

GENNARO VENTRESCA

Aveva 70 anni Adriano Parente, cantante, musicista e raffinatissimo autore di canzoni popolari molisane, del capoluogo in modo peculiare. E mai come in questo caso appare appropriato prendere in prestito la famosa frase di Anna Magnani “Non è giusto morire, visto che siamo nati”.

Conosciuto, rispettato e benvoluto Adriano si era conquistato il prestigioso titolo platonico di erede indiscusso di Benito Faraone, il menestrello campobassano per antonomasia.

Tutto è accaduto in un arco di tempo molto ravvicinato: l’attacco da parte dell’Alieno che si è andato ad annidare al pancreas, le cure immediate, ma inefficaci e poi la rassegnazione.

La morte ha raggiunto il nostro concittadino in un letto della Cattolica, da dove domani partirà il suo feretro per il Cimitero per una cerimonia a fari bassi, riservata solo ai familiari. Nel rispetto della volontà del defunto che senza questo sbarramento si sarebbe trovato al fianco, per l’ultimo saluto, una folla esagerata.

Adriano da poco era andato in quiescenza, dopo una vita vissuta anche al fianco dei cacciatori. Il destino è stato così beffardo che non gli ha dato il tempo neppure a ritirare la prima mensilità della pensione. Lascia la moglie, i figli Andrea e Alessandra, la nuora e due nipotini. E tanti amici con i quali ha condiviso infinite serate musicali, sul palco, nel chiuso di un ristorante o nella tavernetta di uno di loro.

Era così bello da essere ribattezzato l’Alain Delon della città.