Scuole sicure, Gravina: “Firma imminente”. L’opposizione incalza: “Senza cessione di due plessi, sarà debito per i cittadini”
E’ tornato a riunirsi oggi – in via telematica – il Consiglio comunale di Campobasso. Le attenzioni erano rivolte all’accordo di Programma “Scuole sicure”, di cui si è già discusso nelle ultime settimane, tornato alla ribalta con l’ordine del giorno depositato dai consiglieri leghisti Tramontano, Pascale e D’Alessandro. Gli esponenti del Carroccio hanno chiesto al primo cittadino un passaggio in assise prima della sottoscrizione di un piano delicato da 11 milioni di euro, intorno al quale ruota il destino di diversi plessi scolastici del capoluogo. Una proposta bocciata (con 10 sì e 17 contrari), nonostante il voto favorevole del centrosinistra, con Battista, Salvatore, Trivisonno e Chierchia che si sono allineati alla richiesta dei leghisti, poi respinta.
“E’ in arrivo questa firma – ha spiegato Alberto Tramontano (Lega) – ma noi fondamentalmente non sappiamo nulla. Sarebbe stato più opportuno ricevere un mandato pieno da parte del consiglio, magari con un monotematico, piuttosto che tenere all’oscuro le forze di opposizione su un accordo così importante”. Gravina, ribattendo, ha spiegato che “i tempi a disposizione sono strettissimi”, considerando che per non perdere i fondi in questione, bisognerà fare tutto “entro e non oltre il 31 dicembre”. E ha aggiunto. “Siamo in attesa di una chiamata per la sottoscrizione, che potrebbe avvenire la prossima settimana. Per noi era importante prenotare questo accordo, che può dare un impulso atteso da quasi venti anni. Parliamo di fondi inseriti nel programma 2000-2006, fermo restando che in una fase come questa anche solo comunicare con la Regione diventa complesso”.
Oltre alla Lega, anche il consigliere Sabusco (E’Ora) ha puntato il dito contro l’amministrazione, rea secondo l’ex assessore di aver riscritto l’accordo in maniera ambiziosa esponendo a rischio debitorio i cittadini. Qui entra in ballo il discorso relativo alla cessione dei plessi di via D’Amato e via Kennedy, sui quali il comune fa affidamento per incassare somme reinvestibili o utili a coprire un buco che, secondo Sabusco, rischia di palesarsi. “Pensare di vendere, ed è tutto da dimostrare, è un discorso che non mi sta bene – ha tuonato – preferisco opere reali e meno faraoniche nell’idea. Considero pertanto migliore la fattibilità, magari rapida. Il discorso dei due plessi in vendita non regge: si espongono i cittadini campobassani ad un rischio debitorio enorme nel caso in cui questo disegno non dovesse riuscire”. L.L.