Sanità, Giustini: «Strada in salita, bisogna far quadrare i conti»
Il commissario ad acta fa il punto dopo i primi mesi di lavoro: «Situazione devastante, ma stiamo dando il meglio per mettere al centro il cittadino»
MIMMO DI IORIO
CAMPOBASSO
Un lavoro complesso. Partito dall’ascolto, per passare ora al freddo e duro confronto con i numeri, per finire con il riassetto e la riorganizzazione. Tenendo al centro sempre il cittadino. E’ questo in sintesi il Giustini pensiero. Il commissario ad acta alla sanità molisana ha fatto il punto della situazione dopo i primi mesi di lavoro. «E’ un impegno complesso – ha esordito – perché il Molise è in piano di rientro dal 2007, sono ben 12 anni e l’eredità che c’è stata lasciata è spaventosa. Ovviamente non è tutto nero, c’è qualcosa di buono e noi ce la stiamo mettendo tutta, senza criminalizzare nessuno. In questa situazione devastante – ha puntualizzato Angelo Giustini – stiamo cercando di dare il giusto equilibrio per soddisfare i bisogni primari della popolazione, dai pronto soccorso alle patologie tempo-dipendenti. Dopo l’ascolto delle varie realtà, dalle associazioni ai sindacati, ci stiamo calando nei numeri. Le risorse sono poche, ma stiamo facendo il meglio per mettere il cittadino al centro. Senza distinzioni tra pubblico e privato, laddove le cose sono fatto secondo legge e nel pieno rispetto della legalità. Non ci interessano i conflitti».
Come pensate di risolvere quello che al momento è percepito dalla popolazione come il problema maggiore, vale a dire la difficoltà nelle malattie tempo-dipendenti?
«Ci stiamo facendo un’idea, partendo da un presupposto fondamentale: la conformazione del territorio non è semplice: è per l’80% montuoso e per il 20 marino e questo non ci agevola. Per quanto riguarda le malattie tempo-dipendenti è necessario uno sforzo da parte di tutti. Bisognerà prendere dove c’è di più per andare a bilanciare dove non c’è nulla. Le risorse sono poche ed è necessario redistribuirle».
Il Cardarelli sarà al centro della vostra idea di riorganizzazione?
«Assolutamente sì».
L’integrazione con la Cattolica si farà?
«Senza criminalizzare nessuno, stiamo cercando di vedere chi fa cosa e cosa serve al cittadino».
La carenza di personale medico è l’alto grande problema che in alcune zone assume proporzioni drammatiche. Come ovviare?
«Proprio oggi (ieri ndr), abbiamo affrontato la problematica del blocco dei concorsi. Stiamo terminando il primo giro e fotografando la situazione, ci torneremo, non voglio affrettare le soluzioni. Certo che se i conti non quadreranno il piano operativo 2019-2021 vedrà ancora il blocco delle assunzioni e il massimo delle aliquote fiscali».
Come sono i rapporti con la Regione? «Ottimi». Non vi stanno bullizzando allora? «Assolutamente no. Sgombriamo il campo da ogni equivoco: noi teniamo separati i tecnicismi dalla politica, noi non facciamo politica. E soprattutto non abbiamo nessun pregiudizio. La storia della stufetta e dei computer sarà venuta fuori da qualcuno che è venuto a farci visita in questi mesi. Abbiamo ricevuto moltissime persone, le porte sono aperte e tutti hanno gli occhi. Evidentemente qualcuno lo ha riferito all’esterno, ma sono situazioni create, non certo frutto della nostra azione. Le definirei – ha concluso – insinuazioni gratuite».