Sanità: “Giustini non si tocca”

Ci sono diverse interpretazioni sulla sentenza della Corte Costituzionale, per quella di Antonio Federico, il generale resterà al suo posto da Commissario

Doccia fredda sulle ”ambizioni” di Toma di tornare a rivestire immediatamente il ruolo di Commissario alla Sanità, toltogli un anno fa con la nomina del generale Giustini. Infatti, come sostengono ambienti bene informati dell’Asrem e come dichiara lo stesso deputato Antonio Federico, la Corte Costituzionale non ha riscontrato vizi normativi nel decreto di nomina di Giustini, ma ha solo risposto ad un’altra domanda: ovvero se fosse costituzionale o meno il divieto imposto ai presidenti di Regione di ricoprire il ruolo di Commissario. Ebbene, la Corte ha detto che anche il presidente di Regione può essere Commissario, ma non ha detto che solo il presidente di Regione può essere Commissario. In sostanza, stando a queste interpretazioni, Giustini può dormire sonni tranquilli, la Corte Costituzionale non lo ha rimosso dall’incarico, lo potrebbe fare solo il Governo, prendendo spunto dalla sentenza, ma ci vorrebbe un decreto ad hoc ed ancora è tutto da verificare. Toma, nelle sue ultime dichiarazioni non lascia spazio a dubbi: andrà allo scontro con il Governo e non firmerà il Patto per la Salute se non gli verrà prima restituita la carica di Commissario. Staremo a vedere quello che accadrà, intanto leggiamo la nota con cui Antonio Federico, portavoce alla Camera dei Cinque Stelle, fa luce sulla vicenda: ”La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che sanciva l’incompatibilità tra la carica di Presidente della Regione ed il ruolo di Commissario ad acta per la sanità. L’ha dichiarata illegittima ai sensi dell’articolo 77 della Costituzione, in quanto non omogenea al Decreto Fiscale all’interno del quale era stato inserito con un emendamento presentato in Commissione Finanze al Senato. La Corte, quindi, non si è affatto pronunciata sulla incompatibilità in sé, ma solo sulla forma, sul metodo con il quale essa è stata sancita. D’altronde Il 7 dicembre 2018 il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Economia e il Ministro della Salute hanno nominato il generale Angelo Giustini quale Commissario per la sanità in Molise perché agli esiti del tavolo di verifica e monitoraggio del Piano di rientro continuavano a presentarsi difficoltà tali da giustificare la nomina di un Commissario terzo. La legge, infatti, prevede il commissariamento per le Regioni che hanno difficoltà ad uscire dal Piano di Rientro. L’incompatibilità governatore-commissario sancita successivamente ha solo rafforzato politicamente quella disposizione legislativa. Insomma, Giustini è stato nominato non solo perché Toma, in qualità di presidente, era divenuto incompatibile ma perché la legge già prevedeva la nomina di un commissario per le Regioni in difficoltà. Del resto la norma sulla incompatibilità non era e non poteva essere ad personam, ma esprimeva un concetto molto semplice: non può essere la politica a risolvere i problemi che la stessa politica ha creato. Quindi, alla luce di tutto questo, anche se è venuta meno l’incompatibilità, i Commissari possono restare al loro posto. Aggiungo che mentre veniva resa nota la sentenza della Consulta mi trovavo proprio al Ministero della Salute per parlare del Patto per la Salute. A tal proposito voglio chiarire che sono del tutto prive di fondamento le preoccupazioni sollevate da chi giudica il Patto vessatorio per il Molise. Ad ogni modo sono stato al Ministero anche per presentare le osservazioni dell’Ordine dei Medici di Campobasso al Piano Operativo Sanitario. A tal proposito ripeto ancora una volta: c’è bisogno di potenziare la rete dell’ictus rimettendola in capo al pubblico, quindi riattivando la Neurochirurgia presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso, magari attraverso una deroga simile a quella già ottenuta per Chirurgia vascolare. Bisogna chiarire i contorni dell’integrazione tra Cardarelli e l’ex Fondazione Giovanni Paolo II, a maggior ragione oggi che è diventata Gemelli spa. Inoltre le criticità legate alle anticipazioni fatte dalla Regione ai due maggiori privati accreditati per le prestazioni erogate ai pazienti extraregionali restano una criticità forte. Come ho già detto spesso, siamo fortunati ad avere sul nostro territorio due eccellenze come Neuromed e Gemelli, ma queste sono troppo grandi per essere gestite esclusivamente dal Molise, senza precisi accordi interregionali, almeno con quelle regioni limitrofe che usufruiscono in maniera importante delle prestazioni erogate da queste strutture”.