Sanità al collasso, il Comitato Molisanità: “E’ scandaloso quello che sta succedendo”
Il Punto Nascita a rischio, la chirurgia costretta a mandare fuori regione i pazienti che arrivano con urgenze notturne, Cardiologia ed Emodinamica sempre più in affanno. E ancora la carenza di medici e personale che sta mettendo in difficoltà la sanità non solo in Basso Molise ma in tutta la regione. E su questo l’approvazione del nuovo programma operativo che passerà questa mattina, 27 settembre, al vaglio del consiglio regionale.
E’ una disamina a tutto tondo quella che fanno le rappresentanti del Comitato Molisanità L113, Cinzia Ferrante e Debora Staniscia anche in vista della manifestazione che si terrà il prossimo 30 settembre a Campobasso.
“E’ a dir poco imbarazzante e scandaloso stare qui ancora a dover dire cosa si possa fare per salvare la sanità molisana soprattutto se pensiamo che tra poco più di una settimana, diversi cittadini saranno chiamati al voto per scegliere chi dovrà rappresentarli e difenderli da quella stessa politica che ha, chi prima chi dopo, con figuranti solo diversi, affossato la sanità molisana e continuano a farlo tra il silenzio assordante di alcuni e colpi di coda di altri – afferma Debora Staniscia – qualsiasi attività lavorativa ha necessità del giusto personale, di locali idonei, di attrezzature e materiali adeguati e sufficienti. L’ambito sanitario non fa eccezione: servono medici, infermieri, tecnici, attrezzature e strutture con le giuste caratteristiche strutturali che ad oggi non ci sono! Ma queste cose i politici Molisani le sanno e quindi sarebbe il caso di giocare finalmente a carte scoperte.
Game over e tana libera tutti! Sappiamo – ha proseguito la Staniscia – che il gioco che si sta facendo è volto ad una privatizzazione dei servizi tanto a livello locale quanto a quello nazionale ed è indiscutibile che nella nostra regione, nonostante ci fosse già una disastrosa situazione economica della sanità, il colpo di grazia è arrivato con il Piano Operativo regionale Frattura 2016-2018, che ha avviato definitivamente un processo distruttivo della sanità portando ulteriormente ad indebitarci e aumentando la mobilità passiva grazie a una inqualificabile mancanza di riorganizzazione dell’assetto ospedaliero che ha privato la regione di avere un Hub di II livello e Hub di I livello, aspetto che avrebbero reso la nostra sanità di fatto più attrattiva penalizzando i privati.
Da quel momento fino ad oggi il processo di privatizzazione nel tempo non si è fermato ma è andato avanti e il disegno avviato ora si sta concludendo: basti vedere le notizie degli ultimi giorni di affanno di Cardiologia ed Emodinamica, reparto questo in cui nell’ultimo anno 2020/2021 sono passati da essere 13 medici a mala pena 7 e Chirurgia che non garantisce più le urgenze notturne. Un disegno perfetto: assoluta mancanza di concorsi per nominare i primari che di fatto, ha creato una mancanza di governance di reparto rendendo gli ospedali meno attrattivi; assoluta mancanza di concorsi a tempo indeterminato del personale sanitario non permettendo il rimpiazzo e il rinfoltimento delle attività ambulatoriali e di reparto; Aumento delle prestazioni aggiuntive che hanno di fatto aumentato i costi, insieme agli appalti alle società private , vedi ad esempio l’attuale cooperativa “La Fenice”, producendo una qualità spesso di basso livello; sempre maggiori risorse economiche ai privati. L’asse continuo tra strutture commissariali susseguitesi, compresa l’attuale, i DG aziendali, le forze politiche, passate e presenti, ognuno per quella che è loro competenza, continuano il lavoro capillare di smantellamento mostrandosi più fedeli alla politica che alla popolazione e al loro diritto a curarsi.
Pongo adesso una domanda ad alta voce a cui credo sia d’obbligo una risposta: tutti a fare la corsa per redigere un piano operativo che permetta di uscire dal deficit economico, dal commissariamento e dalla possibilità di salvare i reparti giusto? Spiegateci perché invece di inventarne uno di sana pianta, di difficile attuazione, non si utilizza uno già esistente, il piano operativo “RUTA”, che gli stessi medici , ancora oggi dopo 7 anni, e lo stesso ministero all’epoca ritenne valido? Forse perché oggi , come allora, è ancora troppo lesivo per gli interessi di privati e potrebbe davvero essere una soluzione al problema? Perché fa così paura rispolverarlo e riprenderlo e magari attuarlo? L’intelligenza di un uomo sta anche nella capacità di elaborare e mettere appunto quello che altri hanno ideato prima i noi. Quindi Presidente e Commissario Toma, le chiedo: se davvero vuole salvare le nostre sorti perché magari non valuta questa opzione? Certamente è bello leggere nel suo piano operativo che i reparti verranno conservati e che verranno fatti accordi di programma dove saranno i medici e le equipe a spostarsi per evitare la mobilità passiva dei pazienti ma le chiedo scusa se le pongo questa domanda: quali medici? Gli stessi che scrivono e riscrivono chiedendo aiuto e incremento di personale perché già non riescono a garantire, nonostante gli immani sforzi, i servizi in essere? Si fidi di quel che le dico, non è questa la strada migliore, se non si attuano subito dei cambiamenti, il piano operativo, non potrà essere attuato.
Se la sua intenzione, nel diventare commissario della sanità pubblica molisana, in quanto come presidente aveva poteri vincolati, è davvero quella di riappianare il bilancio rientrando da debito pubblico e rilanciare gli ospedali, riprogrammi subito l’aspetto ospedaliero prevedendo HUB di II livello e di HUB di I livello, che permetterebbero di ripristinare i reparti necessari al fabbisogno della popolazione per legge , cosi come detto nella sua campagna elettorale. Faccia e faccia fare ai suoi sottoposti, in qualità di Dirigenti Asrem, da lei nominati:
1) Concorsi a tempo indeterminato, non determinato a cui è normale non risponda nessuno, per Primari e per operatori sanitari, per cominciare a garantire personale sufficiente. Li faccia anche ogni mese, se occorre, in modo da assume le professionalità necessarie di volta in volta, con incentivi economici e di carriera a chi verrà nella nostra regione, utilizzando i soldi adesso destinati a enti privati con scarso successo o con altre risorse. Lei sa come fare;
2) Attinga in alcuni casi dalle graduatorie già pronte di medici, infermieri, tecnici, coinvolgendo anche le scuole di specializzazione che porterebbero possibili innovazioni anche in termini di utilizzo di attrezzature e metodiche di cura innovativa, incentivandoli sempre sul piano di crescita professionale magari con corsi in nuove discipline;
3) Investa i nostri soldi, adesso destinati a privati, o quelli messi a disposizione per la sanità regionale, dai fondi europei, per un adeguamento delle strutture, che a quanto sappiamo, in alcuni casi non sono a norma e per il riammodernamento, anche funzionale dei reparti;
4) Coinvolga i medici e il personale delle varie strutture in modo attivo e concreto e obblighi i dg a tenerli in considerazione, chi meglio di loro può dire cosa realmente occorre;
5) Riprenda in considerazione, come le ho già detto , la possibilità di rispolverare, magari con alcune modifiche se necessario, il piano operativo “RUTA”.
Nel caso in cui tutto questo non sia necessario o sia poco fattibile, valuti la proposta come presidente di regione, come da qualcuno già suggerito, di riconoscere il Molise come area disagiata per la sanità. Questo permetterebbe, come avvenuto in altre realtà, di attirare professionisti che avrebbero per almeno il successivo triennio la possibilità di agevolazioni professionali e di carriera con remunerazioni aggiuntive.
Come vede Presidente le soluzioni, ci sono, sono fattive e basta solo volerlo. Si attivi subito e dimostri che lei prima di essere un politico è un cittadino. A maggior ragione adesso che ricopre una doppia funzione, ha la possibilità di dimostrare che non ha mentito fino ad oggi , quando ha attaccato gli altri commissari e ha la possibilità di dimostrare al sè stesso commissario, cosa lei stesso come presidente di regione sa e vuole fare per la sua terra”.
“Sembrerà retorica ma mai come ora, “la politica delle chiacchiere” è la frase che più rappresenta la nostra regione – gli ha fatto eco Cinzia Ferrante – Siamo ormai così avvezzi a comparsate, dichiarazioni clamorose, passerelle mediatiche che quasi non ci badiamo più. Ormai è lampante che in questo teatrino, cambiano i commedianti ma la sceneggiatura è sempre la stessa. Siete meravigliosi quando, durante le inaugurazioni, vi riempite la bocca di grandi proclami ma è ancor più meraviglioso quando, a distanza di poco, accade qualcosa che vi smentisce, che vi smaschera… Dopodiché regna il silenzio. Nessuno più parla… Ma questo è logico, anche perché siete perfettamente consapevoli che ognuno di voi, in qualche modo, ha partecipato attivamente a questo flagello. Ognuno, nel presente o nel passato, ha contribuito attivamente tutto questo. Ma chi paga il prezzo di ciò? Noi cittadini.
Tutta questa premessa solo per dirvi: “Chiunque busserà alle nostre porte per chiedere il voto, verrà elegantemente congedato a calci”.