Sanità, 59 medici idonei, solo in due accettano. La Cgil chiede la stabilizzazione estesa a tutti i precari
In Molise mai! Sembra essere questo il leit motiv che accompagna le decisioni dei medici che pur ricevendo incarichi a tempo determinato negli ospedali molisani si danno alla fuga. L’ulteriore conferma a questa tendenza, arriva dal provvedimento emesso dal direttore generale dell’Azienda sanitaria regionale (Asrem) dal quale si evince che, su 59 candidati idonei a ricoprire l’incarico di 8 mesi nei reparti di Anestesia e rianimazione, solo due hanno accettato.
Intanto sull’argomento stabilizzazione dei precari interviene il segretario regionale del FP Cgil, Susanna Pastorino. “Nel prendere parte agli incontri promossi dalla Regione Molise diretti alla predisposizione del percorso finalizzato alla stabilizzazione dei lavoratori precari della Sanità Regionale – sostiene la sindacalista – diciamo che la procedura, così come concepita, esclude alcuni dei lavoratori precari del Servizio Sanitario Regionale che hanno maturato più di 36 mesi di servizio presso le strutture sanitarie regionali.”
“Trattasi – prosegue la nota sindacale – di lavoratori titolari di contratto a tempo determinato, co.co.co, contratti a progetto e/o altre forme di lavoro flessibile che hanno prestato la propria attività lavorativa come tecnici e/o amministrativi presso le strutture sanitarie regionali garantendo servizi essenziali quasi per dieci anni. E, pertanto, la loro esclusione dalla tutela della stabilizzazione è causa di una forte diseguaglianza e ingiustizia sociale.”
Il sindacato chiede un incontro per prevedere percorsi di tutela condivisi diretti alla stabilizzazione delle posizioni lavorative. “Del resto – sostiene Pastorino – aldilà della normativa nazionale riportata nel protocollo sottoscritto che consente la stabilizzazione del personale sanitario medico ed infermieristico in presenza di determinati requisiti di legge; la normativa europea, la giurisprudenza nazionale e alcuni provvedimenti nazionali, hanno garantito il diritto alla stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno prestato la propria attività lavorativa oltre 36 mesi presso le strutture amministrative pubbliche, riconoscendo l’”abuso” perpetrato da queste ultime.
“Ebbene – conclude la Cgil – la scrivente sigla sindacale ritiene che anche nel caso di specie ricorrano tutti i presupposti necessari a garantire la stabilità delle posizioni lavorative in parola attraverso, ad esempio, l’adozione di un apposito provvedimento commissariale.”