San Leopoldo Mandić, protettore dei malati di tumore

di DORETTA COLOCCIA

Dall’11 febbraio 2020 i malati di cancro hanno un patrono: San Leopoldo Mandić, riconosciuto ufficialmente dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti è patrono dei malati d’Italia, colpiti da tumore.
Un riconoscimento arrivato dopo un lungo e complesso iter, avviato nel 2016  da una domanda inoltrata dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, a seguito della richiesta dei frati cappuccini, di molti medici padovani e del popolo di Dio che invocava o, a mani aperte, questa scelta. La Congregazione lo ha riconosciuto come patrono dei malati oncologici con queste parole : ” San Leopoldo Mandić da Castelnuovo, presbitero dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini, che spese tutta la sua  vita nell’esercizio del ministero della Riconciliazione e che, colpito da una malattia tumorale, ne portò il grave e prolungato peso con fede serena “
Conosciamo meglio Padre Leopoldo.
Era un frate piccolo, fragile, con n il saio francescano cappuccino tutto consumato. Era una figura sempre più familiare a Padova e nella provincia, con quel suo passo lento, appoggiato al bastone.
La sua vita trascorse tra le ore passate in confessionale, quelle in preghiera davanti ad una statua della Madonna, e le tante ore passate al capezzale di malati gravi.
Era piccolino. Alto appena un metro e 35 centimetri, ma un gigante della misericordia. Un uomo che trasudava amore. Altissimo nell’intimità con Dio. La sua grandezza era nel donarsi, giorno dopo giorno, nel silenzio, nell’ umiltà di una celletta confessionale dove trascorreva anche 15 ore al giorno e in cui sono avvenuti miracoli straordinari.

Padre Leopoldo Mandić morì il 30 luglio 1942. Fu santificato nel 1983 da Papa Giovanni Paolo II che lo addito’ come modello dei confessori.
Papa Francesco volle che il suo corpo fosse esposto a Roma, nella Basilica di San Pietro, nel 2016 insieme a quello di San Pio da Pietrelcina, durante il Giubileo della Misericordia, poiché entrambi si erano distinti per le loro doti di confessori.
Cosa significa per i malati oncologici avere come protettore San Leopoldo Mandić? Vuol dire aprire una finestra di speranza. L’apertura verso Dio accompagnati da qualcuno che ha fatto l’esperienza personale della fragilità della malattia.
Quando arriva la diagnosi di tumore la vita della persona e dei suoi familiari è sconvolta. È lì che c’è bisogno di una dimensione che va oltre la scienza, è quella della relazione. La persona malata vive un momento estremamente difficile, di particolare solitudine e la Chiesa, nel momento della vulnerabilità, si fa vicina ai malati.
Non basta la terapia, c’è bisogno di vicinanza,di un sostegno relazionale e i malati oncologici trovano, oggi, in Padre Leopoldo una ” figura accanto”. Avere un patrono significa che l’uomo, nella sua fragilità, si sente sostenuto da un intervento che viene da Dio. Affidarsi al santo confessore significa sapere che c’è “qualcuno” a cui confidare pensieri, paure, dolori.Una vicinanza ai più fragili.
Le spoglie mortali di San Leopoldo Mandić sono conservate a Padova nel convento dove trascorse gran parte della sua vita.
Per generosità dei frati cappuccini di Padova, una reliquia ” ex corpore” di San Leopoldo si trova a Roma, nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione, al Foro Romano, meta quotidiana dei malati oncologici, che trovano sollievo nell’accoglienza sollecita del rettore del Santuario, padre Roberto Papini, che ricorda ai visitatori una frase che San Leopoldo ripeteva a chi chiedeva il  suo aiuto : “Abbi fede!! Dio è medico e medicina.” Una carezza per l’ anima.