CULTURA – “Ritratti di padri”, le riflessioni della maestra Rosaria Alterio ispirate alla narrativa di Dacia Maraini

CULTURA – ??L?Universo ? in espansione? V?? creazione continua o no? L?universo ? infinito o illimitato??Lo spazio ? curvo su se stesso? Dove, come, quando comincia e finisce la nostra capacit? di comprendere??

(Sono le domande che Fosco Maraini si pone nel ?Gioco dell?universo?? La figlia Dacia dice che ?Gli ?sarebbe piaciuto parlarne con Margherita Hack, la scienziata toscana dalla voce roca e dal pensiero limpido che sapeva esporre con tanta chiarezza le oscurit? del cosmo)

In ?Bagheria? sempre di Dacia riferito al padre ??Mi affascinava l?idea che lui crudelmente mi suggeriva, del vuoto, del nulla sopra e sotto di noi?.

?Non pensare alla Terra grande in cui ti perdi. C?? una palla che rotola nel vuoto e tu ci sei sopra, un puntino attaccato a un altro puntino sospeso nel nulla. Questo puntino rotola con la palla e lei vola e tu ci corri sopra?. ?Dove va a finire la palla pap??? ?Non lo sa nessuno?. Questa incertezza mi inquietava. Ma era un suo modo di introdurmi nel mondo delle apprensioni e delle domande che devono accompagnare la vita di una persona libera da ogni fede, che ha il coraggio di affrontare la realt? senza rifugiarsi dietro una protezione celeste. ?Forse l?universo respira?. ?Se c?? un respiro c?? anche un essere pensante, un Dio?. Erano le parole di un amico di Fosco, Bernardo, che spesso ci veniva a trovare. ?Tu vuoi dare un senso alle cose che non ne hanno? insisteva mio padre. ?Non c?? nessun pensiero dietro a quel respiro, solo un atto di vita casuale?. ?Come fai a esserne sicuro?? ?Non lo so, lo immagino. L?immaginazione d?altronde ? nutrita di esperienze stratificate nel tempo. Lo so perch? Eraclito l?ha detto a Talete e Talete l?ha detto a Newton e Newton l?ha detto a Galilei e Galilei l?ha detto a Loke e Loke a Hume e Hegel l?ha detto a Marx che me l?ha ripetuto in un orecchio a boce bassa?. ?Marx non pu? avertelo detto perch? ha dichiarato che la filosofia ? morta?. ?Forse non l?ha detto ma l?ha suggerito ad Einstein e Einstein ha scritto che il tempo non esiste?. ?E dove li metti quei cugini perversi, quei Platone, quei Campanella, quei Pascal quegli Heidegger, quei Nietzsche che sognano di dei e di uomini che amoreggiano insieme allegramente??. Cos? fantasticavano padre e figlia sdraiati su quella magnifica terrazza nella villa settecentesca?

? un padre fantastico che forse molti vorrebbero avere: allegro, scanzonato, un vero cervello in ebollizione, con una sete di sapere incolmabile, con una vita un po? scombussolata. Pure se la famiglia non era proprio il centro del ?suo universo? la portava stretta dentro di s?, dovunque andasse, nei suoi continui, lontani spostamenti, qualsiasi cosa stesse facendo.

La moglie spesso lo seguiva in quel suo vagabondare per il mondo con un rapporto di complicit? autentico che possono avere solo due persone che si amano profondamente fino a scherzare su ?manchevolezze? reciproche.

La vita regolare perci? sui binari della normalit?, era a mille miglia da lui: quando c?? l?amore, quello vero, indistruttibile anche all?usura del tempo, in un modo o nell?altro ?trova il modo? di essere eterno e smentisce una volta per tutte il detto che il matrimonio ? la tomba dell?amore, la mortificazione cio? della propria libert? e individualit?.

Aggiungo solo, nel tentativo di recuperare qualche valore, che ogni padre ha una sua fisionomia, irripetibile da ogni altro. Sarebbe bello (e qui non sto dicendo nulla di nuovo) se i figli, in eventuali rapporti di incomprensioni, di incomunicabilit? con il proprio padre, invece di giudicare, pretendere il massimo, la perfezione, ?si divertissero? a scambiare i ruoli, a fare cio? essi stessi da padre al loro padre, nella convinzione che quest?ultimo non ? nato gi? padre, ma ? stato un ragazzo proprio come loro, cresciuto solo un po? prima? ?Scavando? nella sua vita si potrebbero trovare occasioni che gli sono mancate, avversit?, incomprensioni che non gli sono state risparmiate? Con un po? di fortuna, metaforicamente parlando, sempre ?scavando, scavando? si potrebbe arrivare al ?petrolio?, a tesori cio? improvvisi di capacit? insospettate e di tanto amore sommerso che prima di quella ?trivellazione? non riusciva a venir fuori perch? magari casi insidiosi e colpi bassi? della vita avevano sigillato in una botola di ferro.

Sarebbe cos? facile allora al figlio ? padre abbracciarlo e dirgli: – Ti voglio bene, procediamo insieme anche nelle nostre divergenze, sostenendoci a vicenda in sicuri maldestri inciampi che sicuramente incontreremo-.Proprio come due vecchi amici.

E infine sempre di Dacia a proposito questa volta del padre scomparso: ?Ora passeggia rimuginando, certamente sempre pronto a innamorarsi e a imparare qualche nuova lingua, a concentrarsi su qualche nuova idea, nei giardini giapponesi, cinesi, italiani della fresca e profumata Via Lattea?.

Maestra Rosaria Alterio