Ricostruzione post sisma, sindaci sul piede di guerra: “Chiediamo risposte concrete”

A quattro anni dal terremoto del 2018 la situazione è ferma. “Ci sono persone che rischiano di perdere l’autonoma sistemazione e vengono a bussare alle porte dei Comuni. La situazione non è più sostenibile”

“A quattro anni dal terremoto e con l’autonoma sistemazione che sta venendo a mancare i nostri cittadini vogliono delle risposte chiare”.

E’ quanto affermato dai sindaci dell’area del cratere sismico, quella che nel 2018 ha interessato principalmente i Comuni di Montecilfone (che fu anche epicentro del sisma), Guglionesi, Larino e Palata ma è arrivata a comprendere 21 Comuni.

E adesso, a quattro anni dal terremoto, cittadini e sindaci vogliono delle risposte concrete. “Vengono a bussare alla casa comunale e noi non sappiamo cosa dire”, è stato il coro dei sindaci al Governatore del Molise e commissario alla ricostruzione Donato Toma.

E’ stata proprio la nomina di Toma a commissario alla ricostruzione a rallentare l’avvio dei lavori di ristrutturazione. A differenza di quanto avvenuto per la Sicilia, dove il commissario è stato nominato a luglio 2021, la nomina di Toma è arrivata dopo un anno, a luglio 2020.

Ad essere ferma è la ricostruzione pesante, con i 39milioni di euro assegnati alla Regione Molise che sono ancora fermi e con i cittadini che stanno per perdere anche i fondi per l’autonoma sistemazione, fondi che vengono assegnati per permettere ai cittadini di prendere una sistemazione alternativa.

Di qui la richiesta dei sindaci di un incontro con il commissario Toma per conoscere le tempistiche per l’arrivo dei fondi.

Il parere dei sindaci

“In un anno e mezzo – ha affermato il sindaco di Larino, Pino Puchetti – è stato dato avvio solo ad una misura, quella della ricostruzione più leggera ma ci sono persone che sono fuori dall’autonoma sistemazione perché dopo 3 anni finisce lo stato di emergenza. Ci auguriamo che la situazione si sblocchi subito”.

Il desiderio dei sindaci dei paesi danneggiati, quindi, è quello di vedere avviati i tanti cantieri aperti. “La gente è stufa – gli ha fatto eco il sindaco di Montecilfone, epicentro del sisma, Giorgio Manes – dal 2018 è stato fatto ben poco.

Ci aspettiamo che qualcosa cambi perché vorremmo ridare le case a chi sta fuori dalla propria abitazione e si parla del 60-70% delle richieste che vanno dai 25mila ai 100mila euro”.

Dello stesso avviso anche il sindaco di Guglionesi, Mario Bellotti. “Avere delle risposte verbali non ci basta più. Le persone sono insoddisfatte e sono al limite. Chiediamo delle risposte concrete e non badiamo più solo alle promesse. Non è tollerabile dopo 4 anni”.