Riduzione della pena in appello, a Roma, per il rappresentante di commercio isernino col vizietto di allungare le mani sulle collaboratrici.
L’uomo, in primo grado, era stato condannato dal tribunale di Cassino a 3 anni e 4 mesi di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici, per il reato di violenza sessuale perpetrato su una minore. I fatti risalgono al 2010, quando l’imputato 50enne – all’epoca dei fatti rappresentante per conto di una ditta che vende prodotti porta a porta tra Venafro e San Pietro Infine – assunse una giovane di 17 anni come aiutante, su segnalazione del padre della ragazza, suo amico. Al primo giorno di lavoro – secondo la ricostruzione degli inquirenti – accade il fattaccio: l’uomo, mentre guidava l’auto con a bordo la giovane aiutante, si era appartato in una stradina isolata e aveva palpeggiato più volte la minorenne. Da qui la denuncia, il rinvio a giudizio e il processo celebrato a porte aperte.
Il suo avvocato, Attilio Piermarino di Isernia, nel corso del procedimento, ha più volte evidenziato le difficoltà della giovane a ricordare i particolari dell’episodio, lamentando altresì la mancata richiesta, al tempo, di un incidente probatorio per acquisire la testimonianza della presunta vittima di violenza. Ha poi evidenziato la circostanza che esistono le dichiarazioni di un carabiniere, che fermò l’auto dei due protagonisti della vicenda nel giorno in cui si sarebbero verificati i fatti, il quale ha riferito in aula di non aver notato nulla di strano. La tesi difensiva si fonda, quindi, sull’assoluta non colpevolezza del rappresentante. Alla fine la seconda sezione penale della Corte di Appello di Roma ha ridotto la condanna a due anni, con pena sospesa e non menzione. Si attendono ora le motivazioni della sentenza di secondo grado per un’eventuale ricorso in Cassazione.