Radioterapia, Toma: “Dette tante falsità, noi seguiamo le indicazioni del ministero”
Il commissario, insieme con il sub, Papa, il dg Asrem, Florenzano e l’oncologo Giglio, chiarisce sulle modalità di tariffazione dei trattamenti: “Nel parere del ministero della Salute, emesso su richiesta del commissario della Campania nel 2017, si precisa che le schermature, anche se ripetute, rientrano in un unico trattamento che può essere contabilizzato una sola volta, anche se ripetuto. I pazienti possono stare tranquilli”
“La struttura commissariale opera secondo le indicazioni del ministero della Salute, ovvero il decreto ministeriale del 2012 in materia di prestazioni di Radioterapia, come riportato nel verbale relativo all’ultimo tavolo tecnico a Roma con Agenas. Ovvero, le prestazioni propedeutiche (ad esempio qualsivoglia numero di schermature) sono da intendersi come riferite all’intero trattamento e sono remunerate una sola volta anche quando eventualmente ripetute più di una volta”. Il presidente-commissario ad acta per la Sanità molisana, Donato Toma, insieme con il sub commissario, Giacomo Papa, il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, l’Oncologo del Cardarelli, il dottor Gianfranco Giglio (che ha chiarito di “non aver mai ricevuto pressioni da nessuno e di aver attuato una direttiva nazionale dopo essersi accuratamente informato”) e il direttore sanitario dell’Asrem, Evelina Gollo, ha voluto replicare, “senza cercare lo scontro perché le urla le lasciamo agli altri”, sull’attuazione, a livello amministrativo, “senza entrare nel merito del piano terapeutico indicato dal Radioterapista” dallo del Dca (Decreto del commissario ad acta) numero 1 dello scorso 20 gennaio. Questo perché “nel parere del ministero della Salute, emesso su richiesta del Commissario alla Sanità della Campania nel 2017 – ha spiegato Toma – si precisa che le schermature, anche se ripetute, rientrano in un unico trattamento che può essere contabilizzato una sola volta, anche se ripetuto”.
A questo proposito, il sub commissario Papa ha mostrato e letto la legittima interpretazione del ministero della Salute sul decreto del 2012 “che si applica anche in Campania e in altre regioni. Noi ci siamo soltanto adeguati”. Più in particolare, “dal 2015 al 2021, dal comunicato stampa del Gemelli Molise S.p.A. che reca una tabella di alcune voci non retribuibili, risultano poco più di 18 milioni di euro tra cui spicca il 2021 con 3,1 (derivanti da 43.346 numero di schermatura personalizzata non retribuibili pari a 2,5 milioni e 4833 numero di sistema immobilizzazione personalizzato non retribuibili pari a 612mila euro). È evidente – ha concluso Papa – che il Gemelli Molise, secondo il decreto ministeriale del 2012, ha contabilizzato più prestazioni”.
Ma se la struttura di contrada Tappino dovesse davvero dare seguito all’eventualità annunciata di non accettare più pazienti entro la fine di febbraio, “valuteremo le alternative – ha chiosato Toma – anche perché non è nei poteri del commissario, ma del governo, l’ampliamento dei bacini di utenza oltre i confini regionali di queste strutture. Ma noi, in quanto espressione della sanità pubblica – ha concluso il commissario – non possiamo permetterci di non avere la Radioterapia e un Dea di II livello in Molise”. Eppure, solo nello scorso settembre, gli esponenti della coalizione che è al governo nazionale hanno chiesto i voti ai molisani proprio su questo, sull’azzeramento del deficit e sull’aumento dei fondi per la sanità pubblica. E, visto quanto sta accadendo, sarebbe ora di tradurli in fatti concreti. (adimo)