Raccolta Raee in calo nel 2022 in Molise, flessione del 7,2% dei volumi complessivi

Secondo i dati del Rapporto regionale del Centro di Coordinamento RAEE, la regione registra una flessione della raccolta che scende a 1.551 tonnellate. Si riduce anche quella pro capite (-5%) tuttavia rimane al di sopra della media dell’area. Migliora il dato pro capite di Isernia (+3,1%), mentrequello di Campobasso (-7,5%) cala, ma mantiene il primato regionale

Nel 2022 il Molise ha raccolto 1.551 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). È quanto emerge dal Rapporto regionale sui rifiuti tecnologici realizzato dal Centro di Coordinamento RAEE, l’organismo che sintetizza i risultati ufficiali conseguiti da tutti i Sistemi Collettivi che si occupano del ritiro presso i centri di raccolta e i luoghi di raggruppamento organizzati dalla distribuzione e della gestione dei rifiuti tecnologici in Italia.

“Il risultato – si legge in una nota stampa – è in calo del 7,2% rispetto al 2021, la variazione è peggiore della contrazione registrata sia dall’area del Sud Italia (-1,1%) sia a livello nazionale (-6,2%). La regione mantiene la penultima posizione nella graduatoria nazionale per quanto riguarda i volumi di raccolta complessiva.

La raccolta pro capite riporta un calo del 5% rispetto al 2021, per 5,31 kg per abitante, in linea con l’andamento medio nazionale (-5,3%). Il valore rimane superiore alla media dell’area Sud (5,15 kg/ab), ma non è sufficiente per consentire alla regione di conservare il 16° posto nella graduatoria nazionale, che di conseguenza slitta in diciassettesima posizione.

La riduzione dei volumi regionali tocca quasi tutti i raggruppamenti nei quali sono suddivisi e raccolti i rifiuti tecnologici, mentre a livello di raccolta provinciale i risultati si discostano tra loro. La raccolta di freddo e clima (R1) scende a 493 tonnellate, in calo del 2,6% rispetto al 2021, contrazione superiore a quella registrata a livello nazionale (-0,7%). A impattare negativamente sul risultato è la flessione della provincia di Campobasso (-5,4%) che risulta superiore alla crescita di Isernia (+4,8%).

Grandi bianchi (R2) perde il 9,8% per un totale di 343 tonnellate, esito di un risultato opposto tra le due province: Campobasso perde il 12,7%, Isernia cresce dell’11,5%.

Molto più elevata rispetto a quella registrata a livello nazionale (-6,7%) è la flessione registrata dalla raccolta di Tv e apparecchi con schermo (R3): -14,4% per un totale di 429 tonnellate. A determinare il trend negativo, il calo di entrambe le province: Campobasso segna il -18,5%, Isernia il -4,3%.

Registra infine il -3,6% la raccolta di sorgenti luminose (R5) per un totale di 5 tonnellate, il quantitativo in assoluto più basso a livello nazionale. In questo caso i risultati delle raccolte provinciali sono opposti: Campobasso segna il +34,7%, Isernia il -39,3%.

Migliora invece dello 0,6% la raccolta di elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici (R4) e raggiunge le 282 tonnellate. Il valore è in controtendenza con l’andamento nazionale (-7,5%). A livello provinciale, Campobasso cresce (+3,1%), Isernia perde l’8,3%.

Raccolta pro capite per provincia

Le raccolte pro capite delle due province molisane evidenziano andamenti diametralmente agli antipodi: Campobasso conferma il primato regionale con 5,46 kg/ab, ma il valore è in flessione del 7,5% rispetto al 2021, è però sufficiente per rimanere al di sopra della media del Sud Italia (5,15 kg/ab). La raccolta pro capite di Isernia migliora del 3,1% e raggiunge i 4,91 kg/ab, ma rimane ancora molto distante da quella dell’area di appartenenza.

Entrambi i valori sono al di sotto della media pro capite nazionale (6,12 kg/ab). “I dati del Molise confermano una flessione della raccolta comune a livello nazionale” commenta Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE. “Nessuno slancio per il 2022 nella raccolta regionale, anzi una conferma che i due raggruppamenti che registrano l’immesso sul mercato più rilevante sono quelli che meno sono raccolti. Cosa succede a questi RAEE? Dove finiscono e quale economia alimentano? In una regione che vanta anche impianti di trattamento dei RAEE e, quindi c’è la possibilità di dare un significato tangibile in termini di lavoro e di ricchezza per il territorio alle parole economia circolare, manca il motore primo della raccolta. Alla regione e ai comuni si chiede uno sforzo per capire come mai quasi la metà dei centri di raccolta comunali non conferisce il raggruppamento 2 e un quarto non conferisce il raggruppamento 4. Dove finiscono questi RAEE generati dai cittadini?””.