Questioni ambientali e indagini, Buono: “Aspetti inquietanti sulla latitanza delle istituzioni”
In un momento in cui tutti sembrano preoccuparsi di chi debba essere il candidato Sindaco a Venafro o il prossimo candidato in Regione, nessuno pare stia seguendo una vicenda che appare palese in tutta la sua gravità. Parlo evidentemente delle risultanze delle indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Isernia sull’inquinamento ambientale. Nelle settimane precedenti dopo opportuno accesso agli atti e approfondimento della documentazione relativa ho avuto un interlocuzione verbale con il Procuratore dr. Carlo Fucci e il Sostituto Procuratore dr.ssa Maria Carmela Andricciola. Innanzitutto ho registrato una grande disponibilità e un impegno che va oltre, mostrando anche una sensibilità civica che dovrebbero in realtà avere alcuni politici. Il tema principale, oggettivo che si palesa in tutta la sua gravità è l’assenza da parte di ARPA Molise e quindi della Regione dei dovuti controlli sui maggiori impianti impattanti insistenti sulla Piana di Venafro. Dopo anni di battaglie, di sensibilizzazione da parte di associazioni sull’opinione pubblica, di promesse e intendimenti delle istituzioni delegate e della politica scopriamo che addirittura non ci sono controlli. Come non ricordare IL TAVOLO TECNICO DEL GENNAIO 2020 dove Toma e il Sindaco Ricci avevano previsto un incremento significativo del monitoraggio della situazione ambientale sulla piana di Venafro. La promessa fatta in quella sede enunciava un cronoprogramma di sei mesi. Dopo tre anni scopriamo che non solo nulla è stato fatto in tal senso ma che addirittura l’ARPA Molise non ha mai effettuato controlli autentici. Come dimenticare inoltre il fatto che siamo l’unica Regione a non avere ancora un Registro dei tumori aggiornato. Altro aspetto rilevante che emerge dalla documentazione e precisamente da un’apposita perizia informatica è la manomissibilità dei sistemi di misurazione degli inquinanti da parte dei due impianti Hera e Colacem. Un ulteriore capitolo significativo è il fatto che la Legge Regionale n. 21 del 2000 e le Autorizzazioni ambientali del 1 e del 7 Luglio 2015 implicano una valutazione di impatto ambientale complessiva che tenga conto dell’effetto cumulo configuratosi sulla Piana di Venafro, cosa che non vedo sia concretamente accaduta. Sto valutando di inviare formalmente queste ed altre considerazioni nella speranza che una fattiva collaborazione possa dare un contributo positivo all’intera vicenda. A tal proposito mi lasciano perplesso anche talune perizie che qualche incongruenza la mostrano. Come si può con tanta facilità escludere in modo perentorio che la presenza di inquinanti altamente nocivi, come il Cadmio e gli altri, nei terreni presi a campione sia correlata a taluni impianti ma affermare che il nesso di causa effetto sia da rinvenire nell’attività agricola. Ritengo che i contadini possano solo essere le vittime, sicuramente non i carnefici di questa vicenda. Intervenga il Ministero, intervenga la Regione per i dovuti controlli, facciano un cenno di esistenza in vita politica i Rappresentanti istituzionali di questo territorio.