di Sergio Genovese
Alla domanda posta in epigrafe rispondo subito, in Regione la Federazione delle Federazioni ha un Comitato Regionale e due Provinciali come sempre a cui si aggiunge Sport e Salute come da decisione performante del Governo Italiano, edizioni precedenti. Un bel guazzabuglio che si sarebbe potuto risolvere se si voleva bene davvero allo sport, invece dopo i primi movimenti scomposti delle anche e delle mascelle, i generali delle stanze alte sono diventati mansueti cedendo qualcosa da una parte e guadagnando qualcosa da un’altra. Il disordine regna sovrano in barba allo sport di base una volta fiore all’occhiello della Istituzione con i cinque cerchi. Ma tutto cambia. Con la nuova gestione del Presidente D’Angelo ci stiamo abituando ad un’ altra politica più fosforescente rispetto a quella parsimoniosa e quasi silenziosa di Guido Cavaliere al quale, con una scarsa carica di stile non è stata offerta la Presidenza onoraria come di prassi si usa fare. I comunicati stampa si sono sprecati per annunciare una serie di manifestazioni che però, stranamente, quando sono stati di appannaggio organizzativo dei Comitati provinciali non hanno visto la doverosa partecipazione del Presidente Regionale. Ci sfugge qualcosa o si cominciano a strisciare i fiammiferi sulla scatola bagnata che emette al momento solo scintille? Con la nuova gestione, lecitamente, si è cambiato tutto ma è pure successo che alcuni professionisti che si sono occupati della formazione per oltre quarant’anni sono stati sbolognati senza un minimo di delicatezza relazionale. Una lettera? Una telefonata? Nulla di tutto questo, rimozione con la ruspa nonostante qualcuno, prima di saltare dall’altra parte, avrebbe potuto rappresentare le storie scritte di passione e di dedizione, questi però sono comportamenti che non si addicono ai voltagabbana. Ci prepariamo alle performance delle nuove generazioni che sicuramente potranno proporci nuove frontiere che saremo pronti ad applaudire. Infine, come dicevo in premessa, c’è Sport e Salute che da due anni sta aspettando di capire di cosa si deve interessare sul territorio evitando di entrare in rotta di collisione con i suoi dirimpettai. Un ginepraio imbarazzante che si trascina senza che ci siano chiarimenti perentori che sembrano sempre essere annunciati ma che non arrivano mai. Un quadro non affascinante sulla pelle dello sport di base che dovrebbe recuperare la sua funzione educativa soprattutto mentre tutti si vantano di avere prodotto medaglie e stili di vita salutistici. Avete capito bene: questa è il nuovo itinerario dello sport di base, meno pedagogismo e più impatto per crescere dritti senza scoliosi con i polmoni ed il cuore d’acciaio. E’ il segno dei tempi del post modernismo che è riuscito a modificare geneticamente il DNA dello sport giovanile. Il comprensibile sodalizio che si sta creando tra CONI e la facoltà di Scienze Motorie per scelte di progettazione didattica spinge lo sport su un versante diverso rispetto al passato. I nostalgici restano incollati ai tempi di “Corpo Movimento e prestazione” nel quale il CONI faceva ritrovare tutto il suo desiderio di spiegare cosa significasse saltare dal punto di vista motorio ma poi si impegnava a raccontare con fascino che acquisire certe abilità significava prendere coraggio per utilizzarlo nella vita di ogni giorno, farlo dall’alto in basso o dal basso in alto era una iniezione di fiducia per il proprio essere di una valenza eccezionale: Allora si badava fondamentalmente a quello, per le medaglie c’era tempo.