Quando il semaforo è sempre rosso

di Marianna Meffe

Emalloru, per gli amici Ema, è un videomaker e YouTuber di professione. Occhiali da sole e voce magnetica, qualcuno dice che se la tira, qualcun altro non lo sopporta. Ma più di qualcuno vorrebbe essere lui: perché Ema è un matto.

E infatti, nell’anno della pandemia e dei lockdown, Emanuele Malloru ha deciso di vivere ogni mese, per 12 mesi, in una città italiana diversa. E so che starete pensando “Ah! Classica mossa da riccone sbruffone”. E invece no, perché Ema nei suoi viaggi non ostenta il lusso, non racconta la casa bellissima e il viaggio in prima classe: Ema racconta la gente che incontra.

Ma senza intenti pedagogici o moraleggianti alla “missionario che esporta il Vangelo”. Fa tutto con il suo spirito energico e scanzonato.

E ogni mese, su YouTube esce un video che è un po’ un diario di viaggio, uno sguardo all’Italia dal suo punto di vista.

L’ultimo video è nato a Torino. Lì, il suo amico Marco, ipovedente, gli presenta una persona: Dajana, classe 1992.

La storia della ragazza parte con quella che sembrava una normale congiuntivite e poi continua con un’infanzia passata tra le corse negli ospedali e gli interventi che si susseguono, nel tentativo di illuminare ancora qualche anno, qualche mese, o anche solo un giorno. Ma, dopo un graduale peggioramento negli anni, Dajana arriva, solo sedicenne, a perdere completamente la vista.

A un certo punto del video, Ema le mette in mano la telecamera: e il mondo da quel punto di vista… beh, fa paura.

“Tu come fai a vedere il mondo?” le chiede. Già, perché cosa fai quando il mondo sono solo rumori, odori e quello che senti sotto i piedi? Fa paura pensare al buio in cui Dajana vive tutti i giorni. E a come lei abbia imparato a conviverci, con quel buio, perché era l’unica cosa che potesse fare.

Oggi, lei ricostruisce il mondo con i suoi ricordi. E dopo 13 anni sa come muoversi, in quel mondo.

Perché a rendere la disabilità pesante, non è tanto la disabilità stessa, quanto l’ambiente che la circonda, spesso non adeguato ai bisogni di tutti.

Ed è per questo che a volte capita che in un incrocio trafficato, davanti a un semaforo senza segnalatore acustico, Dajana debba buttarsi nel vuoto. Lanciarsi nella giungla di macchine senza sapere se sia verde, o rosso, o giallo, o quanto tempo ha. Alla cieca, letteralmente.

Ma non è un problema solo suo. A causa di questi semafori, infatti, ogni giorno, Dajana e altri 1.300.000 ciechi e ipovedenti italiani devono avere paura anche solo di uscire di casa per fare la spesa. Come se la vita non fosse un diritto di tutti.

Ed è qui che entra in gioco Emalloru e il più grande atto vandalico sociale della storia: l’idea è quella di coinvolgere la sua community sparsa per tutta Italia per segnalare con un adesivo rosso qualunque semaforo senza segnalatore acustico. Per mandare un messaggio: come fanno, qua, ciechi e ipovedenti?

Detto, fatto: in una notte, tutti i semafori torinesi senza segnalatore vengono raggiunti e marchiati con il bollino rosso.

In una settimana, l’iniziativa arriva in tutta Italia.

E qualcosa inizia a cambiare.

Se volete sapere come va a finire, accomodatevi. Potete anche chiudere gli occhi e guardare il video come Dajana: è, infatti, completamente audiodescritto.

Alla fine, quello che fa Emalloru è semplice: parla con la gente, la ascolta, si appassiona alle sue storie, ne sposa le cause che gli sembrano giuste e le porta avanti.

Non perché sia un “eroe” che ha la pretesa di essere sempre nel giusto. Ema è il primo a raccontare i suoi fallimenti, a prendere cantonate, a credere nella gente sbagliata. Ed è il primo a cui non piacerebbe mai che si parli di lui come se fosse l’Harry Potter della situazione, intorno a cui gira tutta la storia.

Perché alla fine lui le sue battaglie le combatte con e per le persone che incontra: anche se sono cause che non lo riguardano.

Perché ci sono cause che non hanno bandiera.

E perché sulla possibilità di poter vivere una vita normale, nessuno deve rimanere indietro. Né tantomeno travolto in un incrocio.