Primo maggio, torna la Festa del Maja ad Acquaviva Collecroce

Un inno alla primavera che rinsalda l’originale e antica tradizione della popolazione di minoranza croata 

di Giusy Spadanuda

ACQUAVIVA Collecroce – «La primavera atterra sulla mia spalla, il mughetto si fa verde, il mughetto si fa verde, per tutti tranne che per me». È questo uno dei tanti canti dedicati al Giorno di San Giorgio, “Đurđevdan”, tipici dei Balcani da cui sembra prendano origine i tradizionali festeggiamenti del Maja, un pupazzo di fiori e primizie che il 1° maggio sfilerà per le strade del paese. 

L’evento a cura dell’Associazione Culturale “Naš Život“, la nostra vita, sarà organizzato in due momenti: nella giornata del 30 aprile ha inizio la preparazione con la raccolta di erbe, fiori e frutta nelle campagne vicine che saranno poi utilizzate l’indomani per addobbare il fantoccio, una struttura altra circa tre metri con tratti antropomorfi. La mattina del 1° invece si procede agli ultimi ritocchi, una corona di fiori sulla testa e la scelta di un uomo che dovrà indossare il pupazzo animandolo per tutta la durata della festa, passeggiando per le strade del paese. La popolazione lo accompagna in una processione cantata e ballata, interrotta solo da un buon bicchiere di vino che le famiglie locali offrono di buon grado.  

«È un inno di buon augurio alla primavera, in vista dei raccolti estivi, un’usanza antichissima che presenta fortissime similitudini con i festeggiamenti del “Verde Giorgio” nei Paesi dell’Ex-Yugoslavia, ossia il 23 aprile che secondo la tradizione ortodossa cade 14 giorni dopo» commenta Pasqualino Sabella, responsabile dello sportello linguistico di Acquaviva, «la testimonianza di un legame ce lo danno le canzoni molto somiglianti a quelle che siamo soliti cantare noi nel giorno del Maja, e questo ci fa pensare che così come la lingua na-našo, anche questo costume sia stato trasmesso dagli immigrati croati». Il canto tipico proprio del Maja, composto da tre parti, parla della primavera e del suo arrivo, delle richieste di doni da parte della popolazione e del buon auspicio per il raccolto, «e nei miei studi condotti a Zagabria, non ho trovato nulla di straordinariamente differente con i canti tipici della tradizione croata» conclude Sabella. 

Sebbene la festa sia in uso anche in altri paesi molisani, quella di Acquaviva CC sembra quindi poter vantare una discendenza slava che la rende particolare nel suo genere e la fa risalire ad un’età più antica rispetto ad altri. Ripresa con sistematicità a partire dagli inizi degli anni ’80, per due anni di seguito causa covid, la festa è stata sospesa, e la popolazione ha creato da sé il proprio Maja con ogni materiale di recupero partecipando ad un contest fotografico. 

Quest’anno invece si tornerà a festeggiare tutti insieme sfilando per le strade del borgo di Acquaviva. Il programma prevede l’intervento dei gruppi folkloristici i “Mattacchini” di Mirabello Sannitico (CB) e il “Gruppo Giuseppe Moffa” di Riccia (CB). Durante la sfilata sarà possibile anche seguire la diretta radio, tramite speaker, sulle pagine social “Čujemo se” Web & radio na-našo, un’iniziativa della vicina comunità di Montemitro, altra minoranza croata, che da qualche mese lavora alla pubblicazione di podcast e articoli na-našo, per diffondere la conoscenza di una cultura e di un popolo di cui molto spesso si sa ben poco.