Pos, Comune e Pro Cardarelli: «Garantire il diritto alle cure per le malattie tempo-dipendenti»

L’avvocato Massimo Romano, insieme con il collega Pino Ruta, ha curato l’istanza di Palazzo San Giorgio, mentre quella del Comitato è stata portata avanti dai legali Morgese e Zezza con il Tar che ha chiesto chiarimenti alla struttura commissariale entro 90 giorni. Il sindaco Gravina: «Servono strutture che possano intervenire prontamente, cosa che non è garantita da quelle private senza gli accordi di confine, il Pronto Soccorso e l’elisoccorso»

«È garantito o no il diritto il diritto dei cittadini molisani di essere curati in caso di malattie tempo dipendenti, in particolare nel caso di un ictus emorragico?». È la domanda, declinata dall’avvocato Massimo Romano che, insieme con il collega Pino Ruta, ha curato il ricorso al Tar del Comune di Campobasso con i giudici amministrativi che hanno accolto l’istanza istruttoria proposta dal Comune di Campobasso e dal Comitato pro Cardarelli – quest’ultimo portato avanti dai legali Mariano Morgese e Margherita Zezza – per l’annullamento del Programma Operativo Sanitario 2019-2021 varato dall’allora commissario, Angelo Giustini, nel 2018 e adottato dall’attuale presidente-commissario, Donato Toma, nel 2021. Presenti alla conferenza, tenuta nella sala consiliare di Palazzo San Giorgio, anche alcuni rappresentanti della Consulta della Sanità Pubblica, con il dottor Massimo Peccianti e Maurizio Luzzi, la quale ha approntato il ricorso in essere con il sindaco, Roberto Gravina e l’assessore alle Politiche Sociali, Luca Praitano.

«Il Tar ha ordinato alla struttura commissariale – ha spiegato ancora Romano – di relazionare entro 90 giorni in modo preciso, dettagliato e documentato sul tema. Abbiamo svuotato le strutture pubbliche di posti letto in materia di Neurochirurgia; sono stati attribuiti ad una struttura sanitaria che non ha il Pronto Soccorso; è stato previsto il trattamento di pazienti anche in altre regioni quali Campania (ospedale “Rummo” di Benevento) e Puglia (Ospedali Riuniti di Foggia) senza che, però, ci siano gli accordi di confine e continua a non esserci l’elisoccorso. Quindi, abbiamo la negazione di un diritto fondamentale non solo per i cittadini di Campobasso, ma per tutti i cittadini della regione Molise».

Per il sindaco Gravina, «il Cardarelli è un hub a valenza regionale e dobbiamo capire, sulla base della sentenza del Tar, con cui si chiede di approfondire in merito a quali fabbisogni sono state assunte le decisioni del Pos e, anche il modello organizzativo delineato, necessita di un’attenzione particolare in quanto pone a forte rischio il rispetto dei Lea e, dunque, della vita umana. Serve una struttura che possa intervenire prontamente, cosa che non è garantita da quelle private che non hanno il Pronto Soccorso e stante la perdurante assenza degli accordi di confine». Di qui, la necessità di avere, finalmente il Dea di II livello al Cardarelli: «Il ministro Schillaci ha assunto anche un impegno in tal senso. Ci aspettiamo davvero che arrivi una svolta perché, oltre 10 anni di commissariamento – ha ricordato il primo cittadino – non hanno prodotto alcun risultato né dal punto di vista dell’offerta sanitaria né dal punto di vista finanziario con il debito che è anche cresciuto».

Dal fronte del comitato Pro Cardarelli, il dottor Mino Dentizzi ha sottolineato che «la sentenza sancisce un principio fondamentale, ovvero che noi abbiamo diritto a rappresentare il Cardarelli che è il fulcro di tutta la sanità molisana, ma soprattutto che, quando si scrive un Pos, bisogna farlo sapendo bene perché lo si fa e che cosa si può fare. Non sapendo chi sarà il commissario governativo tra 90 giorni, il prossimo presidente della giunta regionale dovrà porsi inevitabilmente il problema del personale considerando la carenza enorme di medici, infermieri, tecnici di riabilitazione e figure qualificate. A prescindere da qualsivoglia piano sanitario si voglia adottare – ha concluso Dentizzi – è a queste tematiche che bisogna dare assolutamente risposta». (adimo)

In alto le interviste a Massimo Romano (avvocato), Mino Dentizzi (Comitato Pro Cardarelli) e Roberto Gravina (sindaco di Campobasso)