Studenti, ma anche lavoratori, non possono votare nel comune in cui vivono ma devono tornare in quello di residenza. Eppure, nonostante le agevolazioni per i viaggi, in tanti alla fine potrebbero rinunciare alle urne. Inciderebbe poco anche la novità dei 18-25enni che potranno esprimersi anche per il Senato
di Antonio Di Monaco
I sondaggi avvertono già che alle prossime Politiche si potrebbero registrare percentuali di astensionismo maggiori rispetto alle passate consultazioni elettorali. Ma la questione dei fuorisede rischia di far salire ancora di più il numero di chi non andrà a votare. Studenti ma anche lavoratori: milioni di persone non possono votare nel comune in cui vivono ma devono tornare in quello di residenza. Il rischio è che, nonostante le agevolazioni per i viaggi, in tanti alla fine decidano di rinunciare alle urne.
Il 25 settembre, per la prima volta, i giovani tra i 18 e i 25 anni potranno votare anche per l’elezione del Senato. Le previsioni sulla partecipazione giovanile al voto sono tutt’altro che incoraggianti. Dati alla mano, alle ultime elezioni politiche la percentuale di astensionismo ha raggiunto il 30% nella fascia tra i 18 e i 30 anni. Guardando alle Europee del 2019, solo un under 30 su due è andato a votare. Il rischio, infatti, è che queste persone decidano alla fine di non andare a votare, allargando la schiera di chi si asterrà. Sono circa 5 milioni gli elettori fuorisede: persone che, magari per motivi di studio o lavoro, vivono in un comune ma per esprimere il proprio voto non possono recarsi nei seggi lì allestiti dovendo invece tornare nei comuni in cui hanno la residenza.
La legge prevede poche deroghe: ad esempio possono votare nel comune di domicilio, e non in quello di residenza, i militari, le forze dell’ordine e chi è ricoverato in ospedale. Per tutti gli altri, invece, non c’è scelta: per votare è necessario tornare nel comune di residenza.
Per agevolare il viaggio sono previste tariffe speciali per treni, navi e aerei ma in molti rinunciano a partire (e a votare) perché, ad esempio, non riescono a organizzarsi con gli impegni. La questione interessa tantissimi giovani che studiano lontano da casa e che sui social hanno sottolineato la difficoltà di tornare per votare e quanto sia alto il rischio di astensione.
Lo stesso problema, ad esempio, non si pone per chi vive stabilmente all’estero ed è iscritto all’Aire (Associazione Italiani Residenti all’Estero) e in specifiche liste elettorali: questi elettori possono votare per corrispondenza, con la scheda che arriva per posta.