Piena solidarietà al giornalista Enzo Luongo attaccato e offeso

Documentare, raccontare fatti e storie rimanendo fedeli a ciò che accade. Il mestiere del giornalista è anche e soprattutto questo. Eppure c’è ancora gente (per fortuna poca) che colloca i giornalisti fra quei lavoratori che possono essere messi alla gogna senza possibilità di appello solo per aver raccontato un fatto, fra l’altro documentato. E’ quanto accaduto al collega giornalista Enzo Luongo, volto noto dell’emittente Telemolise, con trascorsi professionali degni del rispetto. Questa mattina striscioni sono comparsi lungo le vie di Campobasso sui quali si legge chiaramente la parola “infame”. Due giorni fa Enzo aveva fatto la cronaca di un episodio avvenuto in pieno centro a Campobasso, lungo via Ferrari – movida cittadina -, dove, confuse fra i tantissimi avventori, sono arrivate persone che hanno iniziato ad accendere fumogeni generando un fuggi-fuggi generale. Quella notte Enzo Luongo ha documentato l’arrivo delle Forze dell’Ordine giunte sul posto. E niente più. Il direttore del Quotidiano del Molise, l’editore e tutta la redazione prendono le distanze da coloro che hanno protestato realizzando striscioni in questione offensivi per la figura del giornalista e per la testata per la quale lavora.

Ma non siamo i soli: perché stanno arrivando in redazione note stampa di solidarietà ad Enzo Luongo e a Telemolise che pubblichiamo testualmente.

ORDINE DEI GIORNALISTI DEL MOLISE
«Certi atteggiamenti non devono trovare terreno fertile, e vanno condannati in maniera decisa. Le minacce al collega Enzo Luongo sono inqualificabili. Ci auguriamo che i responsabili siano identificati perché si tratta di un atto inaccettabile che non deve restare impunito. È necessaria la massima attenzione per garantire la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di essere informati. Per questo esprimiamo piena e incondizionata solidarietà al collega Enzo Luogo e alla redazione di Telemolise per i gesti intimidatori compiuti dopo la realizzazione e messa in onda di un servizio di cronaca. Queste persone non riusciranno a far indietreggiare nemmeno di un millimetro tutti i colleghi e le testate impegnati a garantire una corretta e libera informazione. L’ordine sarà sempre al loro fianco perché i social non possono essere considerati una zona franca. Le regole dello stato di diritto vanno rispettate anche in rete. L’emergenza nel settore dell’informazione rappresenta l’emergenza “democrazia”. Per questo nessuna minaccia e nessuna intimidazione, nessuna forma di degrado culturale potranno mettere a tacere giornali e giornalisti. Non resteremo fermi dinanzi alla prepotenza di chi tramite i social media, minacce e frasi scritte tenta di chiudere la bocca o limitare la penna dei giornalisti».

COMUNE DI CAMPOBASSO:
“Questa mattina, in diverse zone della nostra città, sono stati segnalati e fotografati striscioni che inneggiano all’odio per un uomo e un giornalista che ha subito questo trattamento e questa vera e propria gogna pubblica, per il solo motivo di essere stato presente in un luogo della città a documentare, come la sua professione richiede, un accadimento che, fra le altre cose, ha comportato l’intervento delle forze di polizia. Campobasso non può restare in silenzio dinanzi ad un atto del genere. L’Amministrazione comunale tutta rifugge da atteggiamenti che, oltre ad essere lesivi dell’immagine di un singolo professionista, sono lontani anni luce dallo spirito e dall’anima della nostra intera comunità cittadina. Ad Enzo Luongo, nonché alla testata di Telemolise, va la solidarietà non solo delle istituzioni, ma quella di tutta la città e, come è giusto che sia, toccherà agli organi preposti indagare in merito a quanto accaduto e accertare le responsabilità che emergeranno”.

ASSOSTAMPA

L’Associazione della stampa del Molise esprime vicinanza al collega Enzo Luongo, alla sua famiglia e all’emittente Telemolise, per le scritte minacciose comparse questa mattina a Campobasso nei pressi della redazione centrale della televisione, dell’abitazione del giornalista e in diversi quartieri della città.

Luongo ha riportato in un servizio la testimonianza di quanto accaduto due sere fa, in Via Ferrari, in pieno centro del capoluogo, quando alcuni sostenitori del Campobasso Calcio, senza mascherina, hanno dato vita ad assembramenti e acceso fumogeni, rendendo la strada impraticabile e spaventando le persone presenti nella zona. Cori, minacce e comportamenti incivili perpetrati anche in presenza delle forze dell’ordine, accorse dopo la segnalazione.

Il sindacato dei giornalisti stigmatizza l’accaduto e sollecita il comune di Campobasso e le autorità a rafforzare la vigilanza a tutela dell’ordine pubblico e dell’incolumità dei cittadini.

“Auspichiamo che i responsabili degli accadimenti, soprattutto gli autori delle minacce nei confronti di Enzo Luongo e di Telemolise, siano identificati al più presto – ha sottolineato il presidente dell’Assostampa del Molise, Giuseppe di Pietro –. Nel caso di una eventuale contestazione penale, preannuncio che saremo parte del processo con la costituzione di parte civile”.

PARTITO DEMOCRATICO

“Al giornalista Enzo Luongo e al Telemolise va tutta la solidarietà del Partito Democratico del Molise’, queste le parole del segretario Pd Molise Vittorino Facciolla su quanto accaduto a Campobasso.

‘E’ inaccettabile l’attacco che il professionista sta subendo solo per aver fatto il suo dovere di cronista, per aver raccontato tramite un servizio video i fatti che si sono svolti a Campobasso e che hanno visto la presenza di tifoserie ultras da un lato e forze di Polizia dall’altro.

Sono certo che gli inquirenti stanno svolgendo al meglio il loro lavoro e che troveranno i responsabili di un gesto così vigliacco così come sono certo che, solo se ognuno di noi cittadini e istituzioni, smetterà di far finta di non vedere ed inizierà a condannare simili atteggiamenti, allora sì che potremo sperare in un futuro migliore per i nostri figli”.

TGR MOLISE

Il Cdr della Tgr Molise esprime la propria solidarietà al collega Enzo Luongo, vittima di minacce e attacchi inqualificabili.

Il diritto alla critica non può né deve mai tradursi in violenza, anche se verbale.

Il Cdr