“Una tempesta in un bicchiere d’acqua”. È questa l’interpretazione di Nicola Felice alla luce dell’ultima nota inviata dal Ministero della Salute. “In merito all’ultima comunicazione del Ministero della Salute relativa al famigerato Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per il Covid del Molise – scrive Felice – penso che Facciolla questa volta,forse, ha preso una “svista”. Presumo che il Ministero richiami la Regione a eseguire quanto disposto nelle linee di indirizzo emanate dal Ministero della Salute, il 29 maggio scorso, relative al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per il Covid. Direttive che prevedono,dopo l’ approvazione del Ministero del Piano proposto, l’inclusione nel programma per il Covid che la regione aveva redatto dopo il decreto di emergenza del governo. Il nostro programma prevedeva quattro fasi, con l’ ultima che indicava oltre al Cardarelli come ospedale Hub Covid, il San Timoteo e il Veneziale come Spoke in caso di estrema necessità. Ciò nel rispetto all’art.18 del DL n. 18 del 17 marzo 2020 successivamente convertito con la legge 24/2020. Se invece il Ministero chiede tassativamente di rispettare le citate linee guida che indica la realizzazione degli interventi solo negli ospedali Dea di I e II livello, e non in tutti gli ospedali già in possesso di Terapia Intensiva, vorrà dire che i nuovi 14 posti letto di terapia intensiva dovranno realizzarsi solo al Cardarelli essendo l’ unico ospedale Dea di primo livello. Così il San Timoteo e il Veneziale non potranno avere neanche quella ” miseria” che “benevolmente” gli è stata concessa con la proposta unitaria dei Commissari, dell’ Asrem e dell’ Assessorato regionale alla salute”.