Per le aree interne multifunzionalità e normative specifiche, Castel del Giudice protagonista

REDAZIONE

Il futuro delle aree interne e i processi innovativi di governance territoriale
sono stati al centro del seminario che si è svolto, nell’ambito del workshop sull’agricoltura
di montagna, il 25 gennaio 2019 a Castelnovo ne’ Monti, in Provincia di Reggio Emilia. Un
incontro, organizzato dalla Federazione nazionale delle aree interne nell’ambito
della SNAI (Strategia nazionale delle aree interne) che ha coinvolto 13 aree italiane e
30 sindaci. Tra questi, Lino Gentile, sindaco di Castel del Giudice, unico
rappresentante molisano al tavolo degli amministratori, il quale ha portato l’esempio di
innovazione sociale del paese dell’Alto Molise, dando testimonianza del progetto
della cooperativa di comunità agricola Artemisia, che vede i giovani e i migranti
lavorare insieme. Il tema del seminario, che ha posto come obiettivo lo scambio di
soluzioni innovative per lo sviluppo delle aree interne grazie alla rete creata tra gli
amministratori, era incentrato sull’agricoltura come settore primario trainante per
il futuro dei territori. Si è parlato, infatti, anche della valorizzazione dei terreni agricoli
abbandonati, che possono diventare opportunità occupazionali per le nuove generazioni,
pur essendoci ancora difficoltà nel recupero delle terre. «É necessaria la
multifunzionalità rurale delle aree interne – ha spiegato il sindaco Lino Gentile –
con normative che possano tener conto delle esigenze e della realtà delle piccole comunità.
Non si possono disciplinare contesti piccoli come aree più grandi. La multifunzionalità
significa permettere ad una cooperativa di comunità agricola di non svolgere
esclusivamente attività agricole, ma integrarle con servizi utili e complementari, che diano
la possibilità di creare nuovo lavoro e maggiori opportunità per il territorio. Le aree
interne non hanno bisogno di deroghe, ma di norme specifiche calibrate sui
contesti economici, sociali e ambientali». L’intento è di portare le proposte
condivise durante la riunione in Parlamento, per creare strumenti efficaci al servizio dei
piccoli comuni. «Se crescono le aree interne – ha aggiunto il primo cittadino di Castel del
Giudice, che è un esempio concreto di come una comunità possa rinascere – cresce il Pil
del Paese. Le aree interne non devono elemosinare per sopravvivere, ma
devono essere protagoniste del futuro dell’Italia». Spesso, come evidenziato
durante il seminario, i tempi burocratici dei provvedimenti messi in campo con la SNAI
o con i PSR, i piani di sviluppo rurali, non sono compatibili con le imminenti
esigenze delle persone che vivono nelle zone di montagna, con il rischio di vanificarne
le possibilità. Alla tavola rotonda conclusiva, che ha tirato le somme sulla giornata
trascorsa – che ha visto il coinvolgimento di rappresentanti di aziende e di vari settori della
società, non solo istituzionali – ha partecipato anche Franco Di Nucci, titolare del
Caseificio Di Nucci, tra i protagonisti delle dinamiche economiche delle aree montane
del Molise, essendo catalizzatore del lavoro delle aziende agricole locali attraverso la
lavorazione del solo latte dell’Alto Molise. Di Nucci ha evidenziato che la strategia per le
aree interne deve stimolare un maggiore impegno nazionale, in quanto le zone di
montagna possono essere motore di nuove opportunità, in un contesto economico difficile
come quello che l’Italia sta vivendo. «La politica dovrebbe occuparsi con più attenzione

delle aree appenniniche e montane, che hanno nel territorio e il paesaggio, nella cultura
relazionale e sociale, importanti contenuti valoriali che vanno recuperati – ha precisato
Franco Di Nucci, sottolineando che l’unione del territorio è fondamentale per
costruirne il futuro ed invitando i rappresentanti dirigenziali ad istituire un premio
culturale e letterario per raccontare le aree interne. «La montagna è cultura,
natura, qualità della vita. Questo messaggio deve entrare nell’immaginario collettivo».