Per comprendere quanto incorrotto fosse il cuore di Ignazio Silone Appuntamento  della “Dante Alighieri” questa sera al Savoia  

di Vittoria Todisco 

La “Società Dante Alighieri” invita il pubblico a teatro per incontrare o ritrovare Ignazio Silone attraverso uno spettacolo il cui titolo è “Un cuore incorrotto” piece proposta dal Trio “La Scala di Seta”. Appuntamento che offre l’occasione non solo di ripercorrere alcune tra le più belle pagine dello Scrittore attraverso la lettura proposta dall’attore e regista, Donato Angelosante, con l’accompagnamento musicale del soprano Bianca D’Amore e la pianista Sabrina Cardone, quanto per ritrovarne il tormento, quel logorio interiore patito dal punto di vista umano, ideologico, oltre che da intellettuale incontaminato da qualsiasi corruzione.         

L’appuntamento è per questa sera alle ore 19,00 al Teatro Savoia, l’ingresso è libero fino all’esaurimento dei posti. Con questo appuntamento la “Dante Alighieri” assolve il precipuo impegno  di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana e, lo  fa,  offrendo, insieme alla gradevolezza dello spettacolo, l’opportunità di compiere più di una riflessione. La prima è su quanto fossero vicine alla condizione meridionale e, ai molisani in genere ristretti in un universo rurale e borghese, quelle realtà così ingiustamente cariche di povertà, afflizioni, oppressioni e, inascoltate maledizioni o giaculatorie, che Silone descrive. Un mondo di arretratezza, nonostante il punto di osservazione si collocasse in un’epoca in cui la società tutto sommato andava incontro alla modernità. Descrizioni  che ritroviamo identiche nelle pagine di Francesco Jovine.  L’ ulteriore riflessione ci riconduce ai giorni nostri, a quest’epoca che stiamo vivendo, a giornate così cariche di inaspettata apprensione con una minaccia di guerra nucleare che spinge alle porte di casa nostra. Ignazio Silone, pseudonimo di Secondino Tranquilli, nato a Pescina, in Abruzzo, all’inizio del Novecento,  è stato oltre che scrittore anche giornalista, saggista e soprattutto uomo politico che ha lottato in prima persona non solo contro il fascismo ma si è procurato numerose e gravi ferite fisiche e morali dovendo  combattere per la conquista di un mondo libero dalle ingiustizie. Lo ha fatto  dapprima all’interno del suo stesso partito, quello socialista, così vicino al bolscevismo della Rivoluzione russa del  1917, poi in quello comunista che non ha saputo o non ha voluto difenderlo  lasciando che questo intellettuale più volte candidato al Premio Nobel patisse e venisse ammutolito obbedendo  alla logica  dello stalinismo la cui ferocia non è stata da meno di quella di Putin dei giorni nostri.