Spunta la “piazza” di Isernia dalle carte dell’operazione coordinata dalla procura di Roma che fa emergere un accordo tra gruppi criminali albanesi e della Nigeria. Tonnellate di stupefacenti dall’Est Europa arrivano in Puglia e poi vengono smistate nelle piazze di spaccio di mezza Italia. A Roma e poi a Napoli, Isernia, Parma, Brescia, Venezia, Firenze e Napoli. Per Isernia, secondo la ricostruzione del settimanale L’Espresso, il coinvolgimento interesserebbe gli extracomunitari nigeriani ospitati nei centri di accoglienza. Un grande patto tra il clan albanese di Valona e quelli nigeriani legati ai Black Cats e al gruppo Eiye. Un patto di ferro, blindato, per trasportare dall’Est Europa tonnellate di marijuana e, attraverso la Puglia, farla arrivare a Roma e da qui alle piazze di spaccio di mezza Italia, da Napoli a Isernia. Protagonisti due capi, per la procura i due vertici delle organizzazioni criminali: Bejaj Geraldo e Sule Momodu, entrambi poco più che trentenni. Nelle scorse settimane la procura di Roma guidata da Michele Prestipino, su richiesta del sostituta procuratrice Nadia Plastina, che ha coordinato due anni di indagini dei carabinieri, e su provvedimenti avallati dal Gip Nicolò Marino, ha ottenuto gli arresti per 52 appartenenti al patto nigeriano-albanese. Leggendo le migliaia di pagine di intercettazioni e pedinamenti e relazioni, viene fuori come il traffico sia stato gestito da questo grande accordo. E al di là dei sequestri fatti durante gli arresti per un valore di circa 2 milioni di euro di stupefacenti, il sospetto, più che fondato, dei magistrati è che questa sia solo la punta dell’iceberg.