Pastore, pensionato dai “poteri forti”

Il giudice del lavoro dovrà decidere sulla sua richiesta di restare in servizio. L’Asrem lo vuole fuori dall’ospedale dal 1° luglio

Se c’è un filo rosso che collega le azioni delle varie governance che hanno guidato la sanità pubblica in Molise, è il filo rosso di una ”follia kafkiana” che sembra non conoscere limiti e che non passa solo per il singolare processo, promosso da Pastore contro una Asrem che non vuole riconoscere il suo buon diritto a restare in servizio fino al massimo consentito dei 40 anni. Oggi c’è l’udienza a Campobasso e, se la giustizia esiste, Pastore la sua causa l’ha già vinta. Del resto ha contro un avversario che, negli anni, non ha conosciuto limiti nell’incoerenza e che non sembra voler rispettare nessuna logica. Un perdente ”nato”.

Infatti, se si volesse analizzare seriamente quello che hanno fatto negli i vari manager, direttori e commissari, pagati centinaia di migliaia di euro, si correrebbe il rischio di restare ”folgorati” tante sono le contraddizioni e le incoerenze di alcuni tra i personaggi in questione. Basti pensare che la stessa Asrem che ”regalava” centinaia di migliaia di euro a medici e dirigenti, per spingerli ad andare in pensione anzitempo, oggi è a caccia di quei pensionati prematuri che dovrebbero rientrare in servizio, per occupare lo stesso posto da cui sono stati mandati via con le tasche piene. Facciamo un esempio: un dirigente medico mandato via con l’incentivo di duecentomila euro, tra il 2010 e il 2012, già titolare di una pensione da almeno cinquemila euro netti al mese, potrebbe rientrare in servizio venendo pagato ad ore, con un incasso medio previsto tra cinquemila e diecimila euro al mese che, chiaramente, andrebbero a sommarsi alla pensione, non intaccandola minimamente. ”Spettacolo puro” offerto gratis ai molisani. Anzi, facendo credere al cosiddetto popolo che gli stanno facendo pure un piacere.

Come già scritto su queste colonne, solo qualche giorno fa, era il 10 dicembre 2012 quando durante una delle sedute del Consiglio regionale dedicate al Piano Sanitario, vennero rese pubbliche le cifre, in totale oltre 11 milioni di euro (11.085.089 euro), liquidati in tre anni per incentivare alte cariche della sanità molisana al pensionamento anticipato. Un provvedimento che oggi (come ieri) sa di beffa rispetto a quello che sta avvenendo nella sanità molisana che, a corto di risorse professionali, richiamerà in corsia medici in quiescenza (per assicurare i servizi essenziali) e che sta provocando la reazione del mondo medico. Poco prima del Natale del 2010 (era il 23 dicembre) il dono dell’Asrem ammontava a 39 risoluzione consensuali di rapporti di lavoro: tra essi primari, medici veterinari, dirigenti amministrativi che varcarono la porta con in mano cifre che variavano da 230 mila a 78 mila euro, per un totale di 6 milioni di euro. Un identico procedimento avviene nel 2011, quando sono 29 i beneficiari della pensione anticipata, per un totale di 4,2 milioni di euro. Infine, nel 2012, ulteriori sei pensionamenti per una cifra che si aggira intorno al milione di euro. Provvedimenti necessari, secondo il commissario di allora Angelo Percopo che così scriveva: «La necessità del massiccio ricorso a tale pratica è rinvenibile nella nuova mappa della sanità molisana, alle prese con la riorganizzazione, le dismissioni e gli accorpamenti dei servizi sanitari».