Pasqua in arrivo: gli aumenti dei prezzi alimentari tra i maggiori dopo quelli dei carburanti e dell’energia 

Le festività pasquali sono alle porte e gli italiani iniziano a stilare la lista della spesa, ma i rincari non risparmiano neanche le tradizionali colombe o uova

di Giusy Spadanuda

Il post Covid, complice anche lo scoppio del conflitto in Ucraina, ha registrato un aumento smisurato dei prezzi di listino non solo dei beni lavorati, ma anche e soprattutto dei beni di prima necessità. Sembra ormai lontano il periodo in cui l’olio di girasole arrivò a toccare persino i 3 euro a litro, eppure nell’ultimo anno abbiamo dovuto imparare a fare i conti con altri aumenti, dall’energia elettrica e il gas, alla carta e al legno, e ora anche con lo zucchero. 

Bisogna ricordare che la coltivazione di barbabietola da zucchero ha sofferto un calo significativo durante lo scorso anno a causa della siccità, quasi il 7% in meno di raccolto rispetto al 2021 con un conseguente aumento dei prezzi nel 2023. Secondo una ricerca condotta dalla rivista The Economist, lo zucchero ha subito un incremento di circa il 50% nell’ultimo anno e questo non può che significare un aumento quantomeno proporzionale del prezzo dei dolci che di solito siamo abituati a consumare sulle nostre tavole nei giorni di Pasqua. Le previsioni dei consumi non facevano ben sperare già dallo scorso Natale quando i prezzi di panettoni e pandoro erano “lievitati” del 39% e «si teme che per le prossime festività l’andamento sarà destinato a peggiorare» informa Federconsumatori «dato l’aumento del costo dei beni alimentari che negli ultimi tre anni sono cresciuti del 26%». 

L’inflazione non sembra risparmiare neanche i prodotti agroalimentari che, stando all’indice dei prezzi al consumo elaborato dall’Ismea, hanno visto un rincaro del 22% su base tendenziale: i costi dei prodotti dell’industria alimentare sono aumentati del 3,68% contro l’1,2% di quelli dell’industria manifatturiera, riversandosi inevitabilmente sui prezzi al consumatore finale. 

Poco positive sono anche le previsioni dei prezzi degli hotel, per chi sceglierà di trascorrere le feste fuori porta, assieme a quelli dei voli aerei che, per le tratte nazionali, arrivano a toccare anche i 400 per la sola andata. Ciononostante le maggiori città d’arte italiano hanno già registrato il boom di prenotazioni anche se Federconsumatori imputa tale incremento ai turisti stranieri. Gli italiani sembrano preferire infatti i last minute o le gite fuori porta. 

Per chi invece deciderà di restare a casa dovrà essere pronto ad un aumento del prezzo eccezionale della carne ovina che, come la legge della domanda ci insegna, ogni anno sperimenta già di per sé un livello dei prezzi più alto a seguito dell’aumento occasionale della richiesta del bene. La domanda è quindi se gli italiani saranno disposti a sostenere un budget di spesa maggiore pur di onorare le tradizioni o dirotteranno le proprie scelte gastronomiche verso prodotti più economici.